9.19.2008

 

Memoria corta

Non dico che si debba essere elefanti, ma nemmeno tutti reduce di Collegno. Sembra che in Italia sia tutti pronti ad issare il palo dove infilare Epifani, e allora corre obbligo di tornare indietro a Marzo del 2008, quando durante una campagna pubblicitaria di infima categoria, il piazzista di Arcore, imboniva gli italioti con dichiarazioni epiche:

I miei figli nella cordata di imprenditori italiani per Alitalia? "Nemmeno per sogno. Adesso dico assolutamente no perchè visto che hanno approfittato tirando in ballo addirittura il conflitto di interessi, vieterei ai miei figli di partecipare in qualunque modo per la strumentalizzazione che la sinistra ha fatto". Lo ha detto silvio berlusconi. Che aggiunge: "Non vogliamo perdere la compagnia di bandiera. Diciamolo chiaro, non vogliamo farci colonizzare dai francesi, non possiamo permettercelo e allora dobbiamo fare tutti il tifo per un'Alitalia italiana".

E non solo. Altri illustri statisti, alleati del piazzista, in quei giorni, producevano dichiarazioni sensate e piene di responsabilità politica: “Grazie all'intervento della Lega Nord e di silvio berlusconi si è evitata una svendita di Alitalia ai francesi di Air France”. Lo ha sostenuto roberto calderoli, vicepresidente uscente del Senato ed esponente leghista, nel corso di un'intervista rilasciata a Tgcom.

Due dichiarazioni prese a caso dalla grande memoria di Internet, che in pochi, evidentemente, si prendono la briga di consultare. E allora di che si sta parlando?

Non capisco perché nessuno, in quel che resta della sinistra, escluso il PD ormai un ibrido senza personalità, non abbia utilizzato il momento per ricorrere, appunto, alla memoria che meglio di ogni altra cosa spiega quel che è veramente successo ad Alitalia, non oggi, ma sei mesi fa. Il massimo che ha saputo fare Diliberto è stato dichiarare l’incapacità di Berlusconi, liquidando così l’accaduto che invece nascondeva un pericolo reale e sottovalutato: sancire come legale il ricatto ai lavoratori, e cancellare di fatto, l’ultimo residuo di diritto. Questo è il peggio della “non politica” sul modello berlusconiano che sembra ormai essersi radicato in qualunque forza politica, fatta di slogan e di delazione senza reale critica e nessun ideale.

Come quando passò la conferenza stampa del piazzista, che prima dei soldi, prima dei diritti di 20.000 lavoratori, annunciò di aver risolto il problema coniando lo slogan che, a suo dire, avremmo visto ovunque negli aeroporti e per le strade: “Amo l’Italia, volo Alitalia”.

Insomma, l’ennesima occasione persa per dire di più a chi, ormai assuefatto dalla propaganda, non riesce a vedere oltre il proprio naso. L’italiano oggi piange per la grave perdita? No, c’è un italiano che piange di più: Toto di Airone, per esempio, che sfumato l’accordo non sa a chi potrà far risanare i debiti della SUA compagnia aerea. Anche questo è stato detto, ma sottovoce, come tutto quello che non deve andare ad installarsi nella zona remota della memoria collettiva.

Nulla di più e nulla di meno di quello che in Italia è già accaduto e ancora accadrà; la Telecom di Tronchetti Provera, per esempio, che per meriti acquisiti dopo averla portata sull’orlo del fallimento, oggi siede alla vice presidenza di Mediobanca, in compagnia della figlia del vostro presidente miracoloso del consiglio, e sotto la presidenza di Geronzi, già condannato per estorsione nel caso Eurolat, per la vicenda del crac Italcase … devo continuare?

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Si continua finche puoi ... perche' qui in Italia ormai la gente ascolta solo i telegiornali delle televisioni del nano e non è piu' in grado di far girare le rotelle che ha in testa .. ammesso che ancora ci siano
 
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