8.19.2008
I miei amici scienziati
La cosa sconvolgente di questa ricerca è che per appurare questo, non ci si è basati su semplici opinioni di un campione di donne, ma su un modello matematico che sa «riconoscere» un fisico attraente tenendo conto di 24 parametri, fra cui ampiezza del torace, lunghezza di braccia e gambe, ma anche quella di nuca, braccio e avambraccio.
Sì ci voleva proprio un modello matematico in grado di calcolare che, un vecchio nano, pelato, col busto di balena intorno alla schiena, un sughero impiastricciato di peli (pubici?) sulla testa, tirato dai chirurghi plastici, è meno attraente di un Denzel Washingtown.
Comunque, la ricerca stabilisce l’evolversi dei tempi, perché a dire dei ricercatori, «si spiega così la correlazione tra la forma del corpo e la capacità di attrazione: le proporzioni del corpo, la forma e la statura sono segnali significativi di un buon livello di sviluppo e di buona salute e, di conseguenza, di quanto un individuo possa essere o meno un partner desiderabile ai fini della riproduzione»
Qualche anno fa, era al contrario. Io ricordo mia nonna, che davanti ad un uomo rotondo, con una bella pancia evidente, diceva: “Esti unu bellu giovini! Bellu grassu!” (E’ un bel giovane. Bello e grasso.) La pancia forse non rassicurava ai fini della riproduzione, ma rassicurava sul fatto che mangiava a sufficienza.
Credo che prima o poi, questa bellezza tornerà.
Rita Pani (APOLIDE)