8.19.2008

 

Prestigiosa Italia


Cresce ancora il prestigio internazionale dell’Italia. Questa volta grazie ad un articolo del settimanale Observer che pubblica anche venti fotografie della famiglia di Violetta e Cristina, le due bambine rom morte questa estate in mare, e i cui cadaveri sono restati esposti per ore in spiaggia, ma fortunatamente senza recare alcun disturbo alla coppia di bagnanti, che imperterrita ha continuato a prendere il sole.

E’ un articolo molto interessante, e uno stralcio è stato pubblicato anche dal Corriere on-line.

Interessante perché aiuta a comprendere a che livello siamo arrivati. Ben oltre sotto il livello di guardia, anche se in Italia ancora si fa di tutto per fingere di non sapere.

Quando scrissi della morte delle due bimbe non postai la foto, per rispetto, e anche perché la più grande che i giornalisti descrissero come giovane donna, in realtà aveva l’età della mia figlia più piccola: 14 anni. Eppure rivendendola oggi sull’Observer, ho avuto lo stesso pensiero: prendere quei due bagnanti, aprirli in due il cranio, e vedere che tipo di imballaggio da impagliatore c’era al posto dei neuroni.

È l’immagine reale del nostro paese, indifferente più che razzista, individualista e meschino. Un paese assai più povero di quanto non sia povero un rom, perché il nostro è semplicemente un paese miserabile, governato da un branco di profittatori, che sotto lo scudo della “sicurezza” non fanno altro che preparare la via al capitalismo per meglio sfruttare l’essere umano.

Che altro sarebbe sennò il “pacchetto sicurezza” che in una manciata di articoli finge di risanare problemi atavici, mentre di fatto sancisce – ancora una volta – che solo agli schiavisti sarà permesso importare e possedere nuovi schiavi.

Ma appunto, quella nella foto è l’Italia, un paese che purtroppo pullula di italiani, che se stanno ridotti alla fame vanno ad incendiare i campi rom, anziché andare a bruciare il governo, e CONFINDUSTRIA, e i ladri, e i profittatori.

Per fortuna, ogni tanto arriva lo straniero, con un suo cronista libero di raccontare anche a noi, quanto schifo faccia il suolo che calpestiamo, e per il quale – purtroppo o per fortuna - continuiamo a lottare.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
a volte mi chiedo perché rimango qui, perché insisto a scrivere e parlare e non essere ascoltato, in questo paese.. ma è davvero il MIO paese?
 
E' la stessa sensazione che ho io.
Inutilità
 
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