7.13.2008

 

La rivoluzione (cinque milioni di firme?)

Questo pomeriggio sono stata a Roma al meeting del PCL. La titubanza iniziale è svanita quando finalmente mi sono sentita meno sola, sebbene sempre in via d’estinzione. A volte ci vuole davvero il coraggio di guardarsi in faccia e dirsi le cose, lasciando che a narrare le favole siano altri.
La sostanziale differenza tra il dirsi le cose, e narrare le favole è Veltroni. La favola che lui racconta ora, è quella dei cinque milioni di firme che faranno la rivoluzione. La realtà è che solo la rivoluzione può cambiare le cose. Cosa si intenda per rivoluzione, è arduo da spiegare a chi ha assorbito tanto inquinamento mediatico. Se scrivi rivoluzione, ci sarà sempre il coglione che ti chiamerà brigatista.
Rivoluzionare questo Stato di cose.
Se davvero si potesse fare con cinque milioni di firme, compilando apposito form, sarebbe bellissimo. Fare la rivoluzione stando comodamente seduti su una poltroncina girevole, magari in pelle, o mentre si sta all’ombra sotto un albero in giardino con collegamento wireless, succhiando dalla cannuccia una bibita fresca, sarebbe assai meglio. La tragedia è che chi compila apposito form, in cuor suo, si sente utilmente riformista, e soprattutto in pace con la coscienza. L’ho detto molte volte: passiamo sopra un uomo svenuto e non ci chiniamo nemmeno per vedere se è morto, ma doniamo gli euro col telefonino, per risolvere le crisi mondiali.
La rivoluzione si fa opponendosi ai regimi, prendendo anche i rischi che questo comporta. Fare la rivoluzione, inoltre, è assai meglio che fare la guerra civile. E che piaccia o no, questo è il rischio che stiamo correndo in questo paese sabotato da malfattori, criminali e dai loro avvocati.
Credo che Veltroni rappresenti oggi, una truffa assai più spregiudicata di quanto non sia berlusconi. L’ultima campagna elettorale è stata una sfida all’ultimo sangue tra un piazzista di aspirapolvere e un venditore di frigo al Polo Nord. Hanno vinto le aspirapolvere, sebbene molti inuit stiano ancora là a fabbricare ghiaccioli circondati dai ghiacci.
A questi inuit, vorrei chiedere il favore di scrivermi, quando Veltroni andrà al fianco di Casini, in cerca della nuova sacra alleanza, che faccia piacere tanto alle nonne quanto ai chierichetti. Molta parte del PD ha ancora sulla pelle la memoria del P.C.I ed è questa loro trasformazione che oggi non ha più senso.
Cinque milioni di firme per rivendicare l’ovvio: l’opportunità di vivere. Cinque milioni di firme, per chi si è accorto solo dopo l’approvazione del lodo alfano, e la revisione del decreto sicurezza, che era tutta una farsa per salvare il culo a berlusconi.
Repetita iuvant: berlusconi a novembre dello scorso anno, era politicamente finito, sputato in faccia da fini, bandito dalla lega, relegato nell’angolo più oscuro del suo essere siliconato e ridicolo. Walter Veltroni ha svegliato la mummia, a lui e solo a lui vada la responsabilità. La rivoluzione oggi è distruggere la creatura amorfa del PD e tornare alla politica reale delle fabbriche e delle piazze, della libertà di pensiero – o meglio al pensare, operazione abrogata da tempio – Rivoluzione è tornare ad esigere con forza ciò che è un diritto.
Rivoluzione è lottare perché si abbiano ancora dei diritti.
Il morto sul lavoro di oggi, aveva solo 17 anni. Montava condizionatori ed è caduto da un ponteggio.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
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