6.04.2008

 

La stampa in malafede

Ora che i comunisti non ci sono più, e non posseggono più i giornali e le televisioni, i giornalisti sono semplicemente gente in malafede. Il copione è sempre lo stesso, un fantoccio impomatato, buono per tutte le stagioni, siano esse la chiesa, o Zapatero, o il suo amico/avvocato Sarkozy. Il popolo bue fa il resto, se sono veri i sondaggi riportati dalla stampa, secondo i quali, la gente, quella con tre g, al 73% conviene sulla necessità di ritenere la clandestinità un reato.

Oggi, andando a prendere la macchina al parcheggio poco distante da casa, sono passata accanto a un palazzo in via di ristrutturazione, e vedevo gli uomini appollaiati alle impalcature, lavorare. Io non so come si dica “carica un paiolo di cemento” in rumeno, ma immagino che sia quello che un uomo diceva ad un ragazzo, sporgendosi dal quarto piano, senza casco protettivo e senza imbracatura.

E’ probabile, che almeno uno dei proprietari degli appartamenti, sia favorevole al fatto che la clandestinità sia un reato.

Anche quando all’improvviso è venuto un acquazzone che si è protratto fino a questa sera, io sentivo parlare in una lingua strana, da lontano, e le voci erano accompagnate dal rumore ritmico della pioggia e dei martelli, dal roteare della pancia della betoniera.

Ho visto da qualche parte, su una foto, il cartello di una manifestazione; diceva: “L’essere umano non è illegale.”

È certo, come sempre, che interrogare il popolo demente sui problemi della clandestinità, è un diversivo, un modo incruento per rendere questo popolo stanco e apatico, incline alla sodomia.

Così oggi ho sentito gente applaudire per la proposta di fini, di lavorare di più in parlamento. Niente meno che dal lunedì al venerdì, per ben tre settimane al mese.

Mi sembra giusto che loro si adeguino alla logica della produttività, esattamente come fanno gli sfruttatori edili dei rumeni, che pagano gli schiavi clandestini 60 euro a giornata. La giornata non è ovviamente calcolata in ore, ma in tempo: da quando fa luce a quando fa buio, se piove o se c’è il sole.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Sul fatto di farli lavorare di più avrei qualche dubbio, coi danni che già fanno.... Semmai paghiamoli di meno. Se poi invece di mandarli in parlamento li mandassimo a lavorare un po con gli immigrati, magari si rendono conto quali sono i problemi della gente e che la politica dovrebbe essere al servizio del popolo non al contrario.
 
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