5.28.2008

 

Sfatiamo un mito: siamo già sotto fascismo

A Carbonia, qualche anno fa, durante il primo avvento dell’era barbarica berlusconoide, qualcuno provò a proporre di cambiare via Gramsci, in via almirante. Non ci riuscirono, forse perché si era molto affezionati ai nomi delle nostre vie, che ne cancellarono altre.

Sì poi il tempo passa, il revisionismo e l’ignoranza dilagante hanno fatto il resto; e così si possono trovare, in diverse città statue di bettino craxi statista (anziché ladro).

Continuo a sentir parlare di “pericolo fascista”, continuo a sentire persone che mi dicono: “ho paura che torni il fascismo.”

Certe volte, quando vale la pena, rispondo che la paura è lecita, perché nel fascismo ci stiamo già.

Ce lo stanno ricordando dal giorno dopo delle elezioni, ogni giorno. Mi chiedo solo cosa serva per ammettere candidamente d’essere piombati in una nuova era fascista. L’olio di ricino o i campi di concentramento? Forse i treni che arrivano in orario, ecco: forse è ancora questa mancanza che porta la gente a temere, e forse, quando la voce metallica delle stazioni, non dirà più che il treno proveniente da… viaggia con 84 minuti di ritardo, la gente scapperà con le mani sui cappelli.

Ricordo qualche anno fa, sempre sotto barbarie berlusconoide, che una notte d’estate guardavo la Tv (quella di stato). Trasmettevano il premio almirante, e non so bene cosa premiassero. Ne vidi solo il principio, una sgallettata, (che poi finì inesorabilmente nello scandalo di vallettopoli, quello per intenderci in cui si rese noto che il portavoce di fini, rombava sui divani della Farnesina le aspiranti tuttologhe della TV) esordì con un giorgio almirante, padre della democrazia. Mi bastò.

Oggi ritrovo questa panzana, nelle cronache di Roma; fini nel frattempo è diventato un fascista presidente della Camera, costretto quindi a dichiarare vergognose le putride affermazioni di almirante a proposito della difesa della razza. Persino il primate sindaco fascista di Roma, concorda, attribuendo allo stesso almirante il ripudio delle sue stesse affermazioni, e concludendo che, egli dopo lavorò per la democrazia e combattendo contro il razzismo e l’antisemitismo.

Il fascismo è tornato con le urgenze d’Italia, e con le urgenze di Roma, uno stato e una città da ripulire, una tv da salvare, le ronde, le svastiche, le sprangate, le galere e i processi per direttissima, i campi di concentramento da allestirsi nelle ex caserme, che restano comunque territorio militare, nei falsi tavoli con i sindacati, nell’annullamento della volontà popolare nelle strade da intitolare ai fascisti.

Rita Pani (APOLIDE)

Mio caro Ivan, dedico a te questo post, tu che mi dici spesso che il tuo cervello funziona, anche se la gente non riesce a comprenderlo perché le tue gambe e le tue braccia non sanno rispondergli. E la gente è così ottusa da non saper guardare altro di te.

Lo dedico a te, per quello che mi hai scritto oggi – bellissimo ragazzo a rotelle – e ti ribadisco la mia fiducia in una porzione di genere umano, che mai permetterà che domani tocchi a voi.

Pure le Guevine si commuovono, e pure le Guevine riescono ad amare.

(Ma se la mamma mi dice che hai pianto, prendo il treno e vengo a sgonfiarti le ruote, sperando almeno che faccia ritardo)


Comments:
applausi.
e già che ci sono ti segnalo un articolo di gennaro carotenuto in cui si parla di almirante terrorista: http://www.gennarocarotenuto.it/2417-via-giorgio-almirante-terrorista
 
siamo già nel fascismo e nessuno se n'è accorto...i media tendono a giustificare tutto. è uno schifo
 
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