5.19.2008

 

Regime

Un altro oppositore del governo si è suicidato al lavoro, stasera. Non appena ha scorto un macchinario che si rovesciava, fulmineo si è gettato sotto, col solo intento di recar danno all’immagine del governo.

Non c’è niente su cui scherzare in questo caso, ma era un modo incisivo per dire che le persone continuano a morire sul lavoro; quello che differenzia i morti di oggi con i morti di ieri, è il silenzio che cala, ricoperto da castronerie a vario titolo, gridate in neretto con la solennità di una messa latina.

Se mi dessero 50 centesimi di euro per ogni volta che in una giornata sento pronunciare, o leggo, la parola “sicurezza”, non avrei timore di aprire le buste delle bollette.

Nella sola giornata di oggi, un italiano medio, anche se già col cervello lesionato, avrebbe potuto comprendere che è ricominciata l’erosione, mai terminata di questo paese di palafitte.

Si inizia dagli amici omosessuali della miniss-tra per le pari opportunita, che giurano di non essere mai stati discriminati sul posto di lavoro (probabilmente sono Dolce e Gabbana), alla chiesa che esorta a cancellare la 194, ora che ci sono i numeri, per ovviare al calo demografico (preoccupati che vi manchi la materia prima?) alla sicurezza, certo, quella non manca mai, nemmeno ora che gli zingari per paura di essere incendiati, vivono al di fuori delle loro baracche.

Il resto non esiste più, né il precariato né le morti sul lavoro, che io mi rifiuto di chiamare bianche, perché terribile e sanguinosa.

Sul fronte lavoro, si parla di due decreti urgenti: abolire la norma che blocca a 36 mesi il termine dei contratti di collaborazione, e togliere le sanzioni alle ditte non in regola con le norme sulla sicurezza.

La prima è davvero interessante, dal momento che è stata spiegata così dal governo: bisogna rivedere il termine dei 36 mesi perché è chiaro che le imprese anziché assumere licenziano.

È sempre più difficile ricondurre la gente al pensiero, all’azione, all’impegno, e lo sarà sempre di più, dal momento che, anche quando poi la gente si muove e si ribella, per sapere ciò che accade devi essere presente, perché nessuno te lo dirà più.

10.000 persone in piazza a Verona sono esistite solo per due minuti, e quattro righe. Ovviamente non erano quello che ricordavano un ragazzo morto, ma quelli che hanno spaccato una vetrina.

Rita Pani (APOLIDE)

e loro baracche.

erto, quella non manca mai, nemmeno ora che gli zingari per paura di essere incendiati, vivono al di fuori dell


Comments:
Arrivo per caso su questo blog e ... metto un link sul mio ... molto interessanti le tue riflessioni e soprattutto condivisbili ..
daunaltromondo
 
Ricambio il link, molto volentieri.
R.
 
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