4.14.2008

 

In attesa... del futuro

Il futuro è prossimo.
Così prossimo, che ormai non ho più ansie.
Manca il cibo capace di nutrire le speranze globalizzate, e se proprio vogliamo sperare, sarebbe bene farsela in casa, proprio come il pane o la passata di pomodoro.
Ho letto questo articolo e mi sono convinta ancor di pi di quanto ho detto.
La gente si nutre male, e peggio viene nutrita e così si sente sazia e in forza.
Viziata da “me stessa”, a volte mi convinco che noi siamo la maggioranza, siamo quelli che ancora sanno nutrirsi e sanno nutrire.
Siamo di pi noi, quelli che non gettano i rifiuti per strada, che danno la precedenza ai pedoni, che dicono buongiorno o buonasera anche al parcheggiatore, che aiutano un vecchietto con le stampelle a portare la busta della spesa fino a casa.
Siamo pi noi, che ci sforziamo a scindere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato.
Il futuro ci chiuderà sempre pi in un ghetto, nel quale resteremo comunque chiusi a dirci una volta di pi che per fortuna no, noi non siamo come loro.
Ma quanto è triste questa fortuna, se non riusciamo a condividerla col resto?
Non ho pi ansie perché me proprio non va di correre, e se decidiamo di tornare indietro, possiamo anche farlo passo, passo. Ma è proprio indietro che dobbiamo tornare perché di andare avanti non siamo stati capaci. Dobbiamo farlo per poter proiettare il domani. E' necessario conoscere la fame oltre l'immagine della povertà altrui, sentirla nei borbottii della propria pancia.
Ci sono ragazzini pronti a elargire fotografie del proprio corpo nudo, per avere in cambio una ricarica telefonica. Ci sono ragazzini che si prostituiscono il sabato pomeriggio per avere i soldi per andare a ballare e sballare il sabato sera. I più morigerati si limitano all'accattonaggio nelle grandi stazioni.
Questo è il futuro che abbiamo creato, ma che paradossalmente ci rende anche tanto fortunati, perché tanto si sa, non sono i nostri figli. Loro stanno là beati, a nutrirsi bene...
L'importante è avere sempre i soldi per dargli la capacità di inviare 500 sms al giorno.
Che fortuna!
Rita Pani (APOLIDE)


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