4.02.2008

 

Che ne è della pace?

Con molto garbo oggi sono stata ripresa da un compagno, che mi ha rimproverato di “non fare campagna elettorale”. Ho risposto che secondo me, è molto più importante fare politica. Che lo si voglia o no, la campagna elettorale, oggi è ridotta alla disputa tra Veltroni e berlusconi, tutto il resto – quello che non va in TV – o è un prodotto elitario, o non conta.

Mi lascio andare ad un’auto lusinga, ad una botta di autogratificazione e mi illudo quindi, per una volta, di essere un resto un po’ elitario, andando a tappare qualche falla sulla farsa bipolare alla quale, volenti o nolenti assistiamo.

Sono passati solo due anni, dalla precedente campagna elettorale; all’epoca non c’era il pullman colorato di verde, ma un TIR giallo, che girava per tutta l’Italia. Ad attenderlo c’erano le bandiere rosse un po’ sbiadite dei DS, le bandiere del sole sorridente, e molte, molte bandiere arcobaleno. Le bandiere della pace.

Quando in TV vedo le tappe di Veltroni, mi chiedo che ne sia di quelli straccetti colorati, chiedendomi dove sia l’esigenza della PACE.

Mi chiedevo se la PACE fosse rimasta un’esclusiva priorità dei comunisti del PCL, o della Sinistra che ha messo l’arcobaleno nella bandiera, dopo aver votato per il rifinanziamento della missione in Afghanistan e approvato la linea di Governo per l’ampliamento della base di Vicenza.

Mi chiedevo perché la pace non sia anche un valore irrinunciabile per Veltroni. Mi chiedevo anche, ma in questo caso la domanda era retorica, se quel tizio con i capelli nuovi, sapesse che a Baghdad c’è nuovamente il coprifuoco, che c’è ancora la guerra, che non si riesce nemmeno a stimare la cifra dei civili uccisi in cinque anni di conflitto.

Mi chiedevo se qualcuno ancora si chiede che ne sia dei poveri resti di Enzo Baldoni, ma questa è una domanda che mi facevo tra me e me, una domanda troppo difficile persino da porre.

Ma soprattutto, dove stanno i pacifisti nell’immenso popolo del PD? Davvero sono tutti troppo impegnati a pensare di fare 100 mila case popolari o 5000 leggi.

E siccome sono passati solo due anni, dove sono tutti coloro che chiedevano i DICO (e successivi acronimi)? Il popolo delle richieste e delle proteste, dov’è?

Però un dubbio ancor più grande mi angoscia: quando verrà il tempo – perché verrà – di protestare, chi ci sarà accanto a me nelle piazze? Saremo solo noi comunisti o qualcuno si aggiungerà?

Rita Pani (APOLIDE)


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