1.09.2008

 

Tutto torna normale

Piano e con leggerezza, scopriamo che il periodo festivo è davvero finito; la vita ha oliato i suoi ingranaggi e ha ripreso i ritmi di sempre. Me ne accorgo perché costretta a ripararmi dalle minchiate, che piovono generose.

Un ex capo della polizia, inquisito per il massacro di Genova, si occuperà della spazzatura napoletana; giuliano ferrara, grasso come un cardinale, consiglia il papa. Da Antigua, berlusconi, si propone come il messia di Veltroni. È innegabile, la vita ha ripreso in pieno i suo ritmi normali, coinvolgendo come un fiume in piena, chiunque incontri lungo il suo cammino.
Livia Turco, per esempio, che forse vittima della sindrome cerchiobottista, trasforma il precedente “la 194 non si tocca” in un più consono “chiederò ad un comitato di esperti…”

Forse la Turco non sa quanto sia difficile abortire in Italia. Forse nessuno le ha raccontato di Luciana, che dopo una violenza sessuale, restò incinta e provò ad abortire, andandosi a perdere nei meandri burocratici tutti italiani, fatti di psicologi, assistenti sociali, certificazioni che non arrivavano mai, e due o tre medici obiettori, che le impedirono di fatto, di avvalersi di un suo diritto. Il timer suonò la fine dei tempi di legge, e lei dovette anche partorire.

E allora se proprio dobbiamo rivederla, questa legge, rivediamola in modo che i medici facciano i medici, e soprattutto che la chiesa resti la chiesa, ovvero quell’istituzione d’oro tempestata di diamanti, che risolve la piaga della pedofilia, al suo interno, con una giornata di preghiera e digiuno. Come farebbe nel caso in cui dovessero aumentare i bambini finiti nei cassonetti. Come se non avessimo già abbastanza spazzatura.

Piovono minchiate, scrivevo, e la pioggia arriva anche da Antigua, da dove, in pieno stile Vito Corleone, il ridicolo omuncolo di Arcore prepara il suo discorso per la Camera, su democrazia giustizia e libertà.

Un po’ come se io mi accingessi a scrivere un trattato sul salutismo, il fitness e la lotta contro il fumo. “Sarò il tuo messia”, manda a dire a Veltroni, e fin qui nulla di grave; grave è che pare che Veltroni, sentendo questa promessa, si sia fatto il segno della croce.

E così, mentre continua a piovere, noi continuiamo a coprirci il capo, per non sporcarci, per far finta che fuori ci sia il sole. Altri tre morti sul lavoro: un uomo di 71 anni, lavoratore co.co.pro.
Tenetelo a mente la prossima volta che sentirete parlare dei gggiovani precari.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
La sconcertante normalità dell'assurdo quotidiano.
 
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