1.18.2008

 

La routine.

“Se dovessero condannarmi per favoreggiamento aggravato ad associazione mafiosa, mi dimetterò, se invece la condanna fosse per favoreggiamento semplice, non mi dimetterò.” Questo in sintesi il pensiero di totò cuffaro, governatore della Regione Sicilia. Con i più sentiti auguri, a tutti i siciliani per bene.

Strano? No. Routine italiana. Non è il primo, e temo non sarà l’ultimo. Da salvo lima a giulio andreotti, mafioso, ma solo fino al 1981, per arrivare ai giorni nostri, a marcello dell’utri, su cui indiscutibilmente grava una condanna a 9 anni. Bazzecole.

Dalle immagini dall’alto, mastella che arriva a Benevento, pareva Mosè intento a dividere le acque. Spostava muri di folla acclamante, e si faceva largo, tra applausi e mani tese. La gente con le lenzuola dipinte… “Libera sandra, liberi tutti.” Non me ne vogliano le mie amiche e i miei amici campani, ma è chiaro che è quella gente a far crescere i cumuli di immondizia, a far sì che il malaffare, la mala amministrazione, la mala vita sia routine.

Ed oggi tocca al Molise. È ormai routine anche l’inquisizione dei governi locali. E tutto resta uguale; liberi tutti.

Sei morti carbonizzati alla Tyssenkrupp di Torino, sdegno e mille parole, milioni di promesse. Si muore a 70 anni nei cantieri, a 74 nelle cave, si muore folgorati. È routine morire di lavoro, ed ogni mattina la conta, come nei peggiori giorni di guerra. Altri due morti a Marghera proprio oggi, ed è solo mattina.

E torno ai rifiuti. Qualche giorno fa, l’inceneritore di Terni è stato sigillato. 9 persone sono state arrestate, compreso il direttore dell’inceneritore. Il sano camino che nessuno deve temere, perché a prova d’inquinamento, sbuffava nuvole bianche di diossina, inquinando l’aria e le acque del Nera.

Tutto avveniva in un imbarazzante italico silenzio, rotto solo da quattro righe sui siti dei giornali on-line, che sparivano dopo qualche ora per dar spazio alle rughe di Michael Duglas, o alle uova di Pasqua a base tronca inventate da un designer che vantava la genialità dell’idea. Perché? Perché ora che l’idea romantica del termovalorizzatore deve essere digerita dall’Italia intera, non si può certo raccontare la routine. Questa prevede infatti che le direttive che regolamentano l’incenerimento dei rifiuti, siano quasi sempre disattese. È vero che un impianto a norma è assai meno inquinante di altri sistemi di stoccaggio e smaltimento, ma è assolutamente vero, che le norme, in Italia, sono solo parole scritte sulle Gazzette Ufficiali, ad uso e consumo degli allocchi. La norma, nella routine italiana, è sempre il suo esatto contrario, come a Terni, dove con leggerezza e noncuranza, venivano inceneriti anche i rifiuti ospedalieri radioattivi.

Rita Pani (APOLIDE)


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