1.24.2008

 

Dov'eravate?

È stato piuttosto inquietante, assistere al dibattito sulla fiducia, svoltosi ieri in Parlamento. Inquietante e triste, per le parole ricche di buon senso, di Giordano e Diliberto, arrivate con un ritardo imbarazzante, e come un pugno sullo stomaco.

Sentire dalla loro voce quelle che da sempre sono le nostre rivendicazioni, lascia spaesati.

L’urgenza di una legge sul conflitto d’interessi, l’urgenza dell’approvazione della legge Gentiloni, la necessità di correggere le aberrazioni imposte dal precedente governo di malaffare, tornano ad essere priorità oggi, nel giorno in cui tutti si chiedono che ne sarà della loro sedia. Da qui, la tristezza profonda.

Non so se i due deputati abbiano mai fatto queste rivendicazioni all’interno delle ricche mura di palazzo, quello che so è che anche se fosse, noi non ce ne siamo accorti.

Abbiamo assistito, spesso attoniti, ai ricatti martelliani, che già senza pudore, ci aveva fatto capire quale impronta democristiana, avrebbe dato a questo governo, approvando l’indulto libera tutti (loro), a meno di un mese dal suo insediamento alla carica di ministro degli ispettori.

Dov’erano Giordano e Di liberto, quando la chiesa mandava avanti il suo pupazzo mastella, a impedire l’approvazione della legge – civile – sulle unioni – civili – di cittadini liberi e civili?

Dov’erano Giordano e Di liberto, quando confindustria impediva di fatto che venisse rivista la legge 30, impedendo che la piratesca classe imprenditoriale continuasse con la mercificazione della vita umana, che ci ha reso schiavi, con la vita precaria?

Dov’erano ancora, quando il ministro dell’indulto e degli ispettori, uccideva il giudice De Magistris, reo d’aver intaccato l’affare più prezioso dei mastelliani, ovvero l’allegra gestione dell’agenzia del lavoro calabrese, piccolo grande regno della peggiore clientela e dell’ingiustizia sociale?

Dove siamo noi cittadini, rispetto all’operato di questo esercito di affaristi e malviventi, che hanno il potere di migliorare le loro vite, succhiando via la nostra?

Tanta, tanta tristezza nell’ascoltare la lucidità delle parole di due deputati che sembravano aver ricordato, dopo venti mesi di amnesia, d’essere ancora di sinistra.

Che ne sarà di Prodi, francamente non mi importa; che ne sarà di noi non me lo chiedo più. Potrei scoprire che finirò ancor peggio di come sto. Non cedo alla tentazione di scrivervi come finirà oggi, anche se un’idea me la sono fatta, e dubito che si vada a “elezioni subito”, perché non è vero che conviene a tutti; soprattutto rischiare magari, solo di diventare cittadini semplici e perseguibili.

Ci sarebbero anche un paio di domande da rivolgere a Veltroni, per esempio una: “Quanto ti ha dato berlusconi? O cosa ti ha promesso?”

Ma sarebbe sconveniente.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Totalmente condivisibile, anche se non consola.
 
Curioso. Ho votato per questo governo perchè facesse delle cose e non le ha fatte. Dovrei quindi essere contento che è caduto ma penso che il prossimo sarà peggio. Penso che spegnerò la TV, smetterò di leggere i giornali e farò finta di vivere in un altro Paese.
Adieu Italie.
 
Quel dove eravate?, a me dice già tutto.
 
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