1.13.2008

 

Dietro i sacchi dell'immondizia

Giuro, che non ho alcuna intenzione di sconvolgervi, con quanto sto per scrivere, ma ritengo che sia un mio dovere farlo: “In Campania è emergenza rifiuti.” Lo sapevate?

Ne abbiamo le eco balle così piene che ormai, guardando le immagini alla TV, ci sembra di avvertirne persino la puzza. C’è di buono che durerà ancora per poco, come tutte le italiche emergenze; giusto il tempo di finire di lavorare all’ultima fregatura che ci stanno preparando, nascosti dietro i sacchi.

Rifondazione comunista, membro attivo di questo governo, si interroga sui poteri speciali affidati all’ex capo della pulizia de gennaro, ma per esempio, s’è guardata bene dal spiegare ai cittadini lavoratori, la decurtazione degli stipendi ricevuti questo mese, da attribuire al conguaglio IRPEF.

Roba che un pensionato che riceve 1080 euro (persona già fortunata di suo) ha percepito 810 euro. Ma c’è anche chi, a sorpresa, s’è visto fottere dallo stato, cifre che raggiungevano i 600 euro.

Che problema è di fronte all’emergenza rifiuti campana? Un problema da nulla visto che persino la BCE si congratula per i conti italiani.

Che mi sembrano tutti matti, l’ho vado dicendo da tanto, ma è bene ricordarlo. Ho seguito le vicende di Cagliari, ho solidarizzato con i compagni dell’IRS, ma quello che hanno fatto alla testa di mauro pili, è troppo poco. Anzi, i compagni dell’IRS avrebbero dovuto gettarlo a mare, in memoria dei vecchi tempi, di quando, servo di berlusconi, tentò di regalare al suo padrone, un altro pezzetto di Terra Nostra, affinché marina berlusconi potesse dare il via alle ruspe. E che dire del porto di Cagliari, dove sempre forza italia, avrebbe voluto ritoccare i fondali, ufficialmente per favorire l’attracco delle navi veloci, e ufficiosamente per far transitare i sottomarini nucleari della flotta americana? Ma la memoria è troppo corta, ormai, e io inizio a sospettare che anche la protesta non sia più cosa seria.

Che Soru era un incapace l’ho detto in tempi non sospetti; che il suo fine ultimo fosse quello di diventare l’antagonista di berlusconi, vestito da “imprenditore politico onesto” a contrastare “l’imprenditore politico disonesto”, era palese. Ma era altrettanto palese che: ad ognuno il suo mestiere. Ripetere ci porterebbe a noia.

Intanto, mentre continua l’emergenza campana, Veltroni continua la sua opera di avvicinamento all’accordo con berlusconi, scivolando di tanto in tanto, sulle perle che semina generoso: “L’imprenditore? È da considerarsi al pari del lavoratore…”

“Siamo troppo buoni e profumati per agire come ha fatto la destra. La riforma elettorale non si fa senza berlusconi…”

E dire che noi volevamo solo essere vendicati.

Rita Pani (APOLIDE)


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