11.12.2007

 

L'esame ballistico

Ogni venerdì, o martedì, a seconda delle esigenze di campionato, si riuniscono i prefetti, i questori, a volte persino i sottosegretari del ministero dello sport. Si riuniscono, per stilare piani e strategie difensive per quelle partite di pallone che potrebbero provocare emergenze o situazioni di rischio.

Credo di aver espresso in sole tre righe una delle assurdità del nostro paese, delle quali non si discute mai, a meno ché fuori o dentro uno stadio, non si debba raccogliere un cadavere.

Seguo da ieri la nota vicenda di Arezzo e ne dirò in questo post, il meno possibile, perché già troppo è stato scritto, e rischierei di mancare di rispetto ad un ragazzo che comunque è morto. Morto per nulla.

Quello che invece mi ha colpito parecchio è stata la dichiarazione di Bertinotti, secondo cui, bisogna limitare l’uso delle armi. E ci risiamo.

Sta a vedere, mi sono detta, che presto sentiremo l’urgenza di un altro decreto urgente, che vada a tutelare il tifoso, o l’ignaro passante dai proiettili vaganti.

Balle, caro Fausto. Le regole ci sono già. Le forze dell’ordine, sebbene dotate di armi, non possono usarle per il tiro al piccione. Ma questo accade, e accade sempre più sovente, solo che spesso questi accadimenti vengono dimenticati con troppa facilità, grazie anche ad immaginifiche ricostruzioni balistiche degne di un fumetto di Topolino.

Noi, che non dimentichiamo, abbiamo ancora a memoria quel proiettile che sfortunatamente andò a colpire un sasso lanciato da un facinoroso, che poi per disgrazia andò ad uccidere Carlo Giuliani, ma per stabilire quale salto carpiato con triplo avvitamento, abbia accidentalmente colpito il giovane laziale, dobbiamo attendere la fine delle solerti indagini, che spero non vengano affidate al commissario Basettoni.

Per ora si sa solo che forse è stato sparato in aria, forse correva, forse è partito un colpo. Attendiamo fiduciosi. Anche perché il ministro Amato, ha dichiarato “che non ci saranno reticenze” come se volesse farci intendere, purtroppo, che altre volte invece ci furono.

Per aggiungere tristezza alla tristezza, corre l’obbligo di un appunto sulla guerriglia urbana (o guerra civile) svoltasi ieri a Roma, con tanto di attacco alle caserme della polizia.

Noi che facciamo politica, al solito non abbiamo capito un cazzo. Dopo i fatti di Genova, l’uccisione di Carlo Giuliani, il massacro di via Diaz, ingenuamente non facemmo altro che chiedere giustizia. Era morto un compagno.

Ma quando muore un tifoso, in Italia si fa la guerra.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Do alcune spiegazioni tecniche: le pistole in dotazione alla polizia sono Beretta 92FS calibro 9 semiautomatiche. Hanno un tiro utile di circa 30-40 metri, oltre quella distanza se prendi qualcuno non sei fenomeno, hai culo (o sfiga...). Il poliziotto in questione ha sbagliato due volte: è proibito sparare in aria, il colpo di pistola va esploso solo in caso di estrema necessità, e indirizzato verso chi ti offende (in modo proporzionale, ovvero se l'altro ti spara puoi rispondere al fuoco). Ci sono tante cose che sarebbero da discutere, conosco molto bene quel regolamento, ce lo fecero imparare a memoria (tanto il demente a cui parte il colpo c'è sempre...).
Il poliziotto che ha sbagliato 2 volte, deve pagare (se corri con una semiautomatica in mano, carica, la cosa più probabile che possa succederti è che parta il colpo). Dicono che lui fosse a 70 metri, aldilà della carregiata.
Il poliziotto, 30enne, evidentemente non aveva molta esperienza (non credo alla tesi del farwest..).

Detto questo, ieri l'Italia ha vissuto una giornata di Guerra Civile in varie città d'Italia, da parte di numerosissimi delinquenti (non 4 gatti), che aspettavano solo il pretesto per farlo. Ieri si sono vissute scene da anni di piombo. Lo Stato dovrà rispondere fermamente a ciò, la deriva criminale che sta attanagliando parte della nostra società, non è più tollerabile!
 
... però è anche capibile che non tutti rispondano ad es. con la civiltà della famiglia Aldrovandi, ma che invece qualcuno si incazzi un po' di più.
Capibile, non giustificabile.
 
Grazie Giovanni, mi ero scordata il massacro di Federico Aldovrandi.
R.
 
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