9.24.2007

 

Autunno caldoooo

Ribollito, scaldato, bollente, caldoooo

È così che accade: ogni anno, dopo l'estate, arriva l'autunno. E così come il governo, anche le foglie sugli alberi sono caratterizzate da un rapido cambiamento di colore nonché da equilibrio sempre più incerto. La cosa è, invero, inquietante, anche se bisogna riconoscere che le foglie non hanno un Mastella che tritura continuamente i coglioni. Tuttavia, le foglie mi riescono notevolmente più simpatiche di qualsivoglia governo.

Alcuni non amano particolarmente questa stagione, a me invece piace. Non fosse altro perché, appena si abbassa la temperatura, posso chiudere le finestre e attenuare così gli effetti dell'inquinamento acustico prodotto dal caotico traffico davanti casa, permettendomi di comunicare senza dover ricorrere ai segnali luminosi o al linguaggio delle bandierine.

Infatti, se solo fino a ieri le condizioni termiche permettevano di osservare prestanti giovanotti che si divertivano sulle spiagge cimentandosi con il windsurf (letteralmente "tavola a vento"), oggi il clima consente al massimo la vista di benestanti signore che si pavoneggiano sui marciapiedi praticando il windfurs (letteralmente "pellicce al vento").

Tuttavia, nonostante la repentina diminuzione termica, molti si ostinano a indossare capi d'abbigliamento tipicamente estivi come, ad esempio, gli irriducibili della maglietta a maniche corte. Sebbene la mia abiezione mentale mi impedisca di comprendere i motivi che inducono un essere senziente ad adottare un simile atteggiamento, resto comunque impressionato alla vista di avambracci pelledocati in guisa di grattugia per il parmigiano. Provo a indovinare che, al pari dell'atavica consuetudine di marcare il territorio orinando sui muri o tracciare il passaggio con il catarro, questo genere di ostentazione di virilità altro non è che un ancestrale richiamo sessuale. Il che spiegherebbe anche perché molte donne dichiarino di avere orgasmici rapporti completi con il cibo, preferendolo a un eventuale partner.

Personalmente, in questo caso davvero non riesco a dar loro torto; anzi, ultimamente è capitato anche a me di esser così estasiato da un dolce, le seadas, al punto di desiderarne appassionatamente un'ulteriore porzione ordinando però una sessadas.

È diventato un problema comunicare qualcosa, una cosa qualsiasi: si rischia di essere fraintesi, nella migliore delle ipotesi; mentre, se va male, è probabile che Veltroni venga al vostro domicilio a farsi intervistare, accendendo le luci del Colosseo ogni qualvolta sa la risposta a una domanda e illustrandovi infine perché non è diventato un grande regista e perché si è candidato alla guida del PD. Il tutto senza che abbiate la possibilità di rivolgervi al tribunale dell’Aja.

Allora la chiarezza e la semplicità dovrebbero essere importanti, per capire e farsi comprendere. Invece no. Come per il Vaffanculo Day organizzato dal marchese del Beppe Grillo e ribattezzato “V-day”, ché vaffanculo non si può dire, salvo poi trasmettere in diretta l’evento con migliaia di persone che strillavano quell’insulto ripetutamente. È la pessima informazione distribuita dagli organi di stampa di regime che, in omaggio a un perverso moralismo, vieta di chiamare le cose con il loro nome. Fu così anche per il "profilattico" che, in un eccesso di idiozia cattopuritana, si arrivò a definire genericamente con il termine "questo" in una pubblicità, o per "mafioso", cui fu preferita l’abominevole circonlocuzione "Dell'Utri".

Ecco, ieri ho scoperto che non è appropriato utilizzare il termine italiano "glutei" al posto del più volgare e dialettale "culo". No, si dice: "lato B". Chissà? Forse i notiziari sono scritti con il correttore automatico di Word, lo stesso che mi corregge sempre i coglioni in ciglioni: è vero, sbattono ambedue i soggetti, ma è uno sbattimento diverso e io voglio dire proprio coglioni!

D’altronde, è anche stato detto che Padre Pio ha sempre professato la sua devozione per la statua della Madonna di Fatima. Capito? Non per la Madonna di Fatima, ma per la di lei statua!

Senza parole? Beh, una ce l’avrei, e anche corretta: mavvaffanlatobi!

dirtyboots

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