5.23.2007

 

Il soldato del futuro

Sembra essere un problema, la crisi della politica. Ne ha parlato persino D'Alema, paragonando il periodo che viviamo, con quello degli anni novanta. Le opinioni, come al solito sono contrastanti ma tutte tese a ricercare la valida motivazione. Non si finirà a gettare monetine ai politici (c'è il rischio che le raccolgano) ma si consoliderà il “menefreghismo”, e questo pare essere un serio pericolo per la politica.
L'italiano non si indigna più, stufo e rassegnato, ormai incline a cedere al qualunquismo più gretto; è disposto, al massimo, ad incazzarsi quando per l'ennesima volta, qualcuno fa notare che la politica costa troppo, che i fancazzisti pagati dallo stato per faruncazzo, non vengono licenziati. Però non è nemmeno vero che s'incazza. Un po' gli secca che a lui, un posto da fancazzista di stato non lo daranno mai; non ha gli agganci giusti.
Quel che è vero, è il distacco che la politica ha preso dal cittadino, non perché non ci sia la volontà politica dell'ascolto, ma semplicemente perché, da semplice cittadino, non conti un cazzo. Il deprezzamento del valore intrinseco del cittadino, a mio avviso, è colpa del cittadino stesso, che di occasioni ne ha avute mille e se ne è lasciato sfuggire due mila. Dicono che “la piazza” non esista più perché resta inascoltata, io dico che la piazza non esiste più, perché l'abbiamo fatta occupare abusivamente da altri, che con noi c'entravano un cazzo.
Prendiamo la pace, per esempio. La mia bandiera arcobaleno, salvata dallo smog e dalle intemperie sta spalmata su una poltrona della mia stanza, in bella vista. Le guerre, contro le quali protestai, stanno ancora là. Non solo. Noi siamo ancora in guerra, al servizio del beone americano che esige, per esempio, nuove truppe e maggiore impegno in Afghanistan. D'Alema, con la durezza che lo contraddistingue ha precisato che lui risponde solo al Parlamento, mentre Parisi, che forse non sapeva di D'Alema ha risposto che ha provveduto ad inviare mezzi adeguati, già il 18 maggio scorso. Per difendersi, ovviamente, perché noi, in Afghanistan ci siamo per la pace. Lo si evince anche dalle immagini del TG SKY, sempre le stesse e rassicuranti, dei bravi uomini che danno matite e biscotti ai bambini, che se non fossero vissuti in Afghanistan, forse oggi sarebbero già adolescenti; invece magari sono già morti, con la matita in mano, esplosi.
Certo la politica costa molto e ci fa incazzare, ma io mi sono incazzata di più nel leggere del “soldato digitale” o “il soldato teconologico”, presentato agli occhi attenti, anche di scolaresche, (che magari si sarebbero troppo annoiate in un museo).
Mi sono incazzata, e parecchio, perché, per esempio, ho in famiglia un caso di Sindrome di Churg-Strauss, malattia rara e per questo non soggetta (non conveniente) a fondi (rari) per la ricerca.
Mi sono molto incazzata, leggendo: d
ivisa mimetica, elmetto, fucile e binocolo? Roba del passato. Il soldato del futuro sara' dotato di un sistema portatile con visore a infrarossi, telescopio ottico, telemetro laser, bussola digitale e misuratore di azimut e quota; avra' un fucile con sistema di puntamento Icws, che consente la scoperta di bersagli dietro l'angolo; un sistema di puntamento lanciagranate che indica la corretta angolazione di tiro garantendo un'elevata precisione; un software che lo mette in comunicazione con i suoi compagni e comandanti; divisa a tre strati che garantisce isolamento, traspirazione e protezione.
L'unica consolazione, è sapere che per quanto teconologici possano essere, pisceranno sempre alla vecchia maniera.

Rita Pani (APOLIDE)

PS: mi scuso per aver abusato di un linguaggio scurrile, ma a volte il sinonimo proprio non rende.


Comments:
"...mi scuso per aver abusato di un linguaggio scurrile, ma a volte il sinonimo proprio non rende."

Sono perfettamente d'accordo.
"Pisello" è alquanto loffio..;o)
 
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