4.03.2007

 

Che poi, Bagnasco, si dovrebbe vergognare davvero

Da giorni, nei pressi di dove abito io, campeggiano alcune scritte rivolte ad Adriano. Una per esempio recita testualmente “Adriano clandestino di m3da” , per altro sta sul muretto del parco della chiesa; un’altra, appena girato l’angolo, invita “quel bastardo di Adriano, clandestino, a tornarsene a casa sua, o…” e questa frase è accompagnata da simboli fascisti.
Non so cosa faccia Adriano per vivere, ma so che lavora, forse impiccato ad un’impalcatura senza protezione, oppure d’estate raccoglie tabacco, o peggio muore a lavoro. Quello che so per certo è che Adriano non è stato posto sotto scorta, non è stato “attenzionato”, e nessuno ha predisposto un comitato per l’analisi di rischio.
A dire il vero nemmeno il comune ha predisposto l’immediato studio della sicurezza nel territorio, semplicemente Adriano ha cancellato il suo nome, aggiungendo vernice nera alla scritta nera.
Mi viene in mente perché a Genova, gli apparati dello stato sono in fibrillazione, e l’arcivescovo Bagnasco è stato “attenzionato”, il comitato per la sicurezza si riunirà per analizzare il rischio e stabilire il grado i tutela da affibbiare al prelato.
I “tragici” fatti che hanno messo in moto gli apparati dello stato, sono noti: sul portone della Cattedrale di san Lorenzo a Genova, qualche notte fa, è apparsa una scritta “Bagnasco vergognati”.
Il gesto è sicuramente deprecabile, ma solo il gesto, e certamente non l’invocazione. Perché sfregiare il portone di una cattedrale con una vernice spray? Si poteva benissimo inviare lo stesso buon consiglio, magari affiggendo dei manifesti, o striscioni colorati, tutti intorno alla cattedrale.
Perché la verità bisogna dirsela, anche solo tra di noi, e non c’è proprio nulla di violento o di ingiurioso in quella scritta, semmai, le violente ingiurie sono state lanciate dal monsignore, nei confronti di tutti quei cittadini che vivono secondo i loro orientamenti e secondo le loro coscienze.
Non c’è bisogno che sia io a rammentare la stortura di una chiesa malamente colpita dalla pedofilia, in molti l’hanno fatto meglio di me, resta il fatto, che a ragion veduta, dopo le allucinate e allucinanti sassate lanciate a gran voce dai sacri pulpiti, probabilmente il comitato sulla sicurezza avrebbe dovuto riunirsi per stabilire il grado di rischio al quale sono ormai incorsi i gay, e i “diversi” (da che?) in generale.
A mio parere non sarebbe deleterio se Bagnasco, cristianamente, si vergognasse, e non tanto per aver accostato i DICO alla pratica dell’incesto o della pedofilia, ma per il maldestro tentativo di porre rimedio all’ormai canonico “fraintendimento”, quella strana pratica di correggere le stronzate con le coglionate; la rettifica, infatti, suonava pressappoco così: non sono io ad essere razzista, sei tu ad essere negro.

Rita Pani (APOLIDE)

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