4.16.2007

 

Che novità, si muore di lavoro

Devono morirne quattro in due giorni, di lavoratori, perché qualcuno si accorga che di lavoro si muore? Evidentemente sì. Da che ho memoria, ho sempre sentito di morti alla raffineria della SARAS, o negli alti forni di Portovesme, o nelle industrie e nei cantieri. La differenza tra ieri ed oggi è solo una, ovvero che prima i lavoratori che morivano erano dipendenti della SARAS o dell’industria, o della nettezza urbana, oggi sono lavoratori a progetto di ditte sub appaltatrici, generalmente mal pagati, schiavizzati e lasciati in balia di loro stessi.

Ricordo un amico che faceva un lavoro simpatico, ovvero scrostava gli altiforni delle industrie del polo industriale di Portovesme. Venne licenziato per fine contratto, dopo tre mesi, da una ditta e assorbito in un'altra che subentrò. Non subì grossi cambiamenti, se non quello di non ricevere più l’abbigliamento anti infortunistico, così, quando le suole degli scarponi, corrosi dalla soda caustica e dalle ore/usura si consumarono, e fece richiesta, si sentì rispondere di comprarsele che già era troppo quello che gli davano di stipendio. Erano lire ed erano 800.000.

Qualche giorno fa Repubblica ha pubblicato un inchiesta svolta in un cantiere edile di Milano, eppure nessuno è corso a stracciarsi le vesti, nessuno si è interrogato su come sia possibile consentire di pagare uno schiavo 3 euro l’ora, di farlo lavorare senza alcuna protezione, in barba a qualunque legge o regolamento. Era semplicemente un po’ di inchiostro su un foglio di giornale, letto per noia mentre si stava seduti al bagno, o più comodamente al tavolo di un bar in attesa di un aperitivo. Siamo al punto che persino i politici si affrettano a parlare della “dignità del lavoratore” solo dopo che muoiono come cavallette, tutti insieme, o come colti da epidemia.

Eppure nessuno ha corso per mettere mano all’abominio della legge maroni (e chiamiamola col suo nome, una volta per tutte e lasciamo che Biagi riposi in pace). E i sindacati? Asserviti pure loro, continuano a blaterare qualcosa all’occorrenza, dimenticando il loro ruolo primario, ovvero la tutela del lavoratore. Ma quando un sindacato ha reso possibile l’estinzione del lavoratore stesso, allora a me pare evidente che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato all’origine.

Fino a quando questo stato favorirà la schiavitù, accettando in silenzio che un uomo (una vita umana) possa essere pagata 3 euro all’ora, nessuno potrà rivendicare alcun diritto, e nessuna protesta sortirà alcun effetto. Si continuerà a morire, e indignarci il tempo giusto per veder qualche ispettore in un cantiere, forse persino qualche elmetto in testa ad un operaio… Poi sparirà dalla stampa e dalla vista, come sempre e come tutto, fino alla prossima moria.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Non capisco.
Quattro morti in due giorni (due al giorno, quindi) hanno fatto sollevare uno scandalo.
Fatti due conti, se la tendenza restasse questa, sarebbero ben 730 morti annui.
Vado a leggere le statistiche, ed apprendo che nel 2006 le "morti bianche" sono state 1.200.
Una media di tre al giorno, e senza contare i morti per malattie contratte sul lavoro...
Ma allora ci stiamo prendendo in giro?
 
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