3.19.2007

 

Siamo in Italia

Io non me lo scordo, Bill Clinton. In diretta TV, in mondovisione, fatto a pezzi per aver tenuto una ragazzotta inginocchiata sotto il tavolo.
Il problema di Clinton, non era tanto quello di usare sigari cubani per uno “scopo” diverso dal fumo, ma di aver mentito. Ha dovuto faticare non poco per spiegare che certo sesso, non è sesso, e che quindi aveva detto la verità al paese.
A noi italiani, tutta quella vicenda, fece sorridere; la trovammo ridicola. Quell’uomo era il padrone del mondo, eppure fu lecito metterlo alla berlina. Messo in ginocchio (la vita a volte si vendica) non per la crisi acuta di porcaggine che sovente colpisce gli uomini di mezza età, ma da una bugia.
Non capii mai perché la stessa sorte non toccò a Bush, che pure mentì rispetto alle armi di distruzione di massa, che a suo dire, erano detenute da Saddam Hussein, e che valevano una guerra, che di “masse” ne ha sterminato un milione in quattro anni… ma questo è un altro discorso.
Noi siamo in Italia, un altro mondo, un altro stile.
La nostra democrazia sarebbe in pericolo, perché un giudice indaga, perché la vita riservata e personale di un politico, o di un calciatore finiscono sui giornali, e si pretendono interventi repressivi urgenti, per ristabilire la democrazia.
La prima cosa da fare, quindi, è limitare i permessi per le intercettazioni telefoniche, e la seconda, impedire che i giornali possano pubblicare notizie lesive dell’immagine di lor signori.
Siamo in Italia, e la chiesa ci controlla, quindi diventa difficile, legiferare in materia dei diritti delle coppie di fatto; la chiesa incalza, demonizzando i cittadini infedeli, un politico milanese, che non nomino per pudore (e per ribrezzo) arriva a dire, che i gay andrebbero garrotati (lui che praticò persino la castità per eccesso di purezza cristiana). Siamo in Italia.
Se ne parla, di foto, di puttanelle e troioni, di cocainomani, di ricatti ed estorsioni, e il coro delle voci è unanime. Non si può accettare che i fatti privati delle persone, finiscano sulla stampa. E’ una vergogna la censura.
C’è una cosa di cui si parla troppo poco, ovvero della naturalezza con la quale certi politici hanno ammesso immediatamente di aver ceduto ad un ricattatore, evitando di denunciarlo, così come prevede il codice penale. Eppure le leggi sono cosa loro, loro le scrivono e spesso non le leggono, difficilmente le applicano, o le applicano solo quando sono state scritte appositamente per loro.
L’Italia ormai, è un paese alla rovescia, dove le cose per andare bene, devono essere insensate.
I giudici per esempio… Una volta erano i paladini della giustizia, oggi sono loro i cattivi, e l’indagato (quando è un ex presidente del consiglio, un parlamentare o economicamente potente) è di norma un perseguitato.

Rita Pani (APOLIDE)

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Comments:
Cara Rita, io aggiungo anche un'altra cosa: mente Mastella si indigna e promette leggi severe contro il giornalismo proprio sui casi da te citati, tutti i nostri politici si dimenticano di indignarsi per la navigazione internet tenuta sotto controllo. Il traffico internet è infatti conservato per sette anni e restano oscure le modalità con cui eventualmente cancellare i dati raccolti obbligatoriamente dai provider.
Certo per questa bella data retantion dobbiamo ringraziare come sempre il nanerottolo, ma il fatto che questa nuova maggioranza non abbia intenzione di modificarla di certo non gli fa onore... è ormai possibile dubitare sulla mala fede di tutti i politici al potere siano essi della cosidetta "destra" come della cosidetta "sinistra"
 
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