2.12.2007

 

Guevina I Imperatrice di tutte le Italie

Non so, a volte mi piacerebbe essere imperatrice sovrana d’Italia. Sia chiaro, il piacere nasce dal sognare in modo giocoso.

Guevina I, imperatrice di tutte le Italie; e quando dico tutte, intendo tutte, compresa la Città del Vaticano, ameno luogo dai confini inespugnabili, dove è difficile entrare, ma a quanto pare, è semplicissimo uscire.

Non appena assunta al trono, invierei un messo al Vaticano, con un ingiunzione di sfratto, vincolata al silenzio.

“Signor Papa”, gli direi (certo non lo chiamerei Santità, d'altronde io non pretendo mica d’esser chiamata imperatrice!) se gradisce restar comodo a governare le pie anime, dalla sua modesta dimora, abbia la cortesia di tacere, o se proprio non può astenersi si occupi dei fatti della Patria sua, che da dire ce ne sarebbe.

Il sogno è finito, poi nemmeno sono capace di sognare, e io imperatrice non ci diventerò mai.

E’ facile “sparare” sulla chiesa, noterà qualcuno persino infastidito, ma diciamoci la verità, non è che la chiesa faccia di tutto per non divenir bersaglio!

Ma come, questa legge debole, nata per contentare “i pericolosissimi comunisti estremisti” che fanno parte della coalizione di governo, potrebbe (cito) “sovvertire la famiglia?”

Sto ancora aspettando che, un’anima buona, mi renda edotta.

Come del resto attendo ancora un intervento deciso da parte del mondo politico, che protesti con veemenza, sulle insopportabili ingerenze della chiesa, che ogni giorno di più appare guidata da Ruini.

Che brutta impressione fa, vedere svolgere una battaglia contro i diritti dell’uomo.

Rita Pani (APOLIDE)


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