11.21.2006

 

Dov'ero rimasta ...

Qualche giorno fa, peccando d’ingenuità, ho scritto della riduzione degli stipendi “parlamentari”.
L’ho fatto in modo tale da rasentare quasi l’accusa, nei confronti di Prodi, di populismo. Seguendo le varie vicende legate all’approvazione della nuova legge finanziaria, oggi mi trovo costretta a chiedere scusa non solo a Prodi, ma al governo intero, e probabilmente anche all’opposizione.
La riduzione del 30% degli emolumenti, infatti, non toccherà le tasche dei parlamentari e dei senatori, ma soltanto quelle dei ministri e dei sottosegretari.
Nessun populismo quindi nella decisione e tanto meno il rischio di gettare sul lastrico un’ esercito di zelanti lavoratori, che quotidianamente si sacrificano, già abbastanza, per avere cura di noi.
Forzatamente, questi giorni, ho dovuto stare lontana dal mio blog, quindi vorrei riprendere il filo del mio “dire” ma è difficile trovare “il fatto saliente” su cui valga la pena meditare. Probabilmente perché quelle poche volte in cui ho potuto accendere la televisione per seguire un telegiornale, puntualmente venivo aggiornata sullo svolgimento del matrimonio di Tom e Katy, al quale non ero nemmeno stata invitata. Essendo immensamente ignorante, ho creduto che la Katy fosse la principessa di qualche piccolo borgo nord europeo, data l’enfasi dei cronisti inviati a Bracciano a seguire l’avvenimento mondano, che diversamente non si sarebbe proprio spiegato. In seguito, l’operaio che stava lavorando a casa mia in questi giorni, molto più erudito di me, mi ha spiegato che la promessa sposa era “solo” un’attrice che lui ricordava come coprotagonista di una serie per ragazzi, trasmessa qualche anno fa su Italia 1. Per intenderci uno di quei prodotti che hanno contribuito a ledere il cervello delle nuove generazioni. Sarda come sono, avendo appreso che la sposa altro non era che una sciacquetta qualunque, ho provato a cercare la stessa enfasi e lo stesso spiegamento di forze nelle televisioni estere. Ahimè! Nulla. Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
Decido quindi di fare un salto temporale, tralasciando la nuova moda in voga tra gli adolescenti ai quali abbiamo bruciato i libri, di violentare le compagne di scuola e videotelefilmare l’operazione da immettere sul Web, e la nuova moda in voga tra le modelle, di morire d’anoressia dato che essendo un fatto di difficile comprensione, è già stato sviscerato da esimi luminari aventi facoltà di opinare. Per un attimo avevo deciso di scrivere sull’esportazione di democrazia irachena, che tra i benefici apportati ora può anche vantare la semina di bombe giocattolo per lo sterminio dei bambini, ma sono già triste di mio e quindi salto ad oggi.
“Non sarò più Presidente del Consiglio”. L’ha detto berlusconi a Libero e mentre lo leggevo, questa mattina ho pensato: “Cazzo! (Penso spesso in francese) Questo ancora non vuole schiodare”. Non mi sbagliavo, infatti ora campeggia il titolo correttivo, (o correttore? Conoscendo il tipo …) “Non intendo lasciare!” soprattutto i giudici di Milano che dovranno processarlo per l’ennesima volta, infatti gli ha appena ricusati.
Finalmente ho capito perché il popolo italiano non potesse proprio fare a meno d’essere ragguagliato sullo spregevolmente suntuoso matrimonio di Bracciano; almeno quella era una novità, il resto è solo e soltanto, sempre la stessa merda.

Rita Pani (APOLIDE)


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