10.09.2006

 

Sulla Politkovskaya, Putin rassicura Bush.

Sottotiolo: "Ehhh?"

So che mi appresto alla reiterazione, ma è che il pianeta America proprio mi attrae, mi concupisce, mi lascia col dubbio di vivere in un mondo virtuale costruito sulla beffa.
Due giorni fa, a Mosca è stata uccisa una giornalista, i fatti sono noti. La stampa di tutto il mondo non ha fatto altro che interrogarsi sul misterioso silenzio di Putin, insinuando quasi che questo fosse colpevole. Oggi la svolta: il Cremlino rompe il silenzio, e Putin finalmente assicura che le indagini saranno obiettive e rigorose. Non ci sarebbe nulla di strano se le parole del presidente fossero state rivolte alla popolazione, ai colleghi della giornalista Politkovskaya, ai familiari, agli amici. Invece no. Vladimir il vampiro, ha sentito la necessità di rispondere alle “pressanti richieste” del suo omologo americano Giorgio doppiovvu Bush in cerca di rassicurazione e giustizia.
Abbiate pazienza, ma la domanda sorge spontanea: “Ehhh?”
Ho sempre pensato che “avere la faccia come il culo” fosse prerogativa italiana, ma probabilmente per effetto della globalizzazione, questo costume deve essere stato esportato.
E’ in questi momenti che torna alla mente Ustica, piuttosto che il Cermis, momenti tragici che a distanza di decenni pesano ancora del dolore e dell’ingiustizia subita.
In questo caso non mi ha stupito “la pressante richiesta di Bush”, quanto la solerte risposta di Putin. Il Presidente delle guerre di sterminio e razzia, delle stragi impunite, delle torture, del rigetto dell’articolo 3 della Convenzione di Ginevra, dell’abrogazione dei diritti civili con l’invenzione del Patriot Act, chiede al Presidente di uno Stato estero rassicurazioni sulle indagini per l’omicidio di una giornalista?
Mi risorge la domanda: “Ehhh?”
So che non dovrei, ma mi scappa da ridere. In effetti mi è scappato da ridere anche in un altro momento poco opportuno nella giornata di oggi, ovvero quando apprendevo del test nucleare della Corea del nord. Un evento drammatico, senza dubbio, preoccupante quanto può esserlo qualcosa che ha a che fare con la possibilità di accelerare l’autodistruzione umana. E’ che a volte penso davvero che ormai i cronisti dei telegiornali parlino perché pagati per farlo, senza porre un minimo di attenzione a quello che dicono, o forse come un tempo sono pagati a riga e quindi non importa cosa dici, ma quanto dici. Allora la notizia data dai telegiornali suonava pressappoco così: “In Giappone si discute sull’opportunità di armarsi col nucleare sebbene fino ad oggi l’argomento è stato un tabù essendo stato l’unico paese ad essere colpito dalla tragedia di un attacco nucleare”. Poi il discorso fila via che sembra davvero liscio: “Sono oltre duemila i soldati americani che proteggono il Giappone nelle basi che li ospitano nel territorio e ancora non è possibile sapere quanti armamenti nucleari siano presenti nelle basi americane in Giappone”.
Posto che le bombe atomiche in Giappone non le tirò mio nonno, ci si potrebbe chiedere: “Ehhh?”

Rita Pani (APOLIDE)


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