10.04.2006

 

Dirotta su Cuba

Insomma, basta salire a bordo, allacciare la cintura, sorbirsi la mimica degli assistenti di volo che ti indicano le uscite di sicurezza, ed attendere lo spegnimento del segnale luminoso chiamare un assistente di volo e dirgli in un orecchio che sei un dirottatore. Non lo sapevo, la mia immaginazione rappresentava sempre qualcosa di più cruento, almeno una finta bomba, un finto mitra se proprio non se ne poteva avere uno vero. Evidentemente dopo l’11 Settembre si può dirottare un aereo anche sulla fiducia, non occorre essere armati ed organizzati.
Se solo l’avessi saputo, domenica scorsa dopo il decollo da Cagliari Elmas avrei chiamato la signorina della Meridiana, acida e con le caviglie gonfie, sgarbata persino con le suore che non avevano capito di dover pagare un euro per mezzo litro d’acqua e le avrei detto di comunicare al comandante di portarmi a Cuba, anziché a Fiumicino.
Ma non sarebbe andato tutto bene perché ci avrebbero pensato i giornalisti di Sky durante una diretta fiume a distruggere il mio intento. Pur non sapendo nulla di me, della bottarga di muggine, del formaggio dolce, e persino del “proceddu” da sei chili e mezzo che avevo in una valigia chiusa da un lucchetto da garage, avrebbero sicuramente inventato un buon motivo per il mio intento e quello dei miei inesistenti complici. Mi avrebbero fatto passare sicuramente per un americana che voleva uccidere Fidel, o per un’islamica che voleva liberare i fratelli rinchiusi a Guantanamo, mai per una che stufa di assistere alla pantomima della vita, inizia a pensare che prossimamente sarà opportuno vigilare e combattere per una porzione di mondo ancora civile.
Cercando di riprendere un po’ di seriosità penso che sarebbe opportuno ricercare l’inventore delle telecronache dirette dai “luoghi dei disastri” e condannarlo ai lavori forzati. Lavori seri e faticosi, come per esempio l’assistenza agli anziani o ai disabili fisici e mentali, l’estrazione del carbone dalle miniere del Sulcis, la bonifica manuale delle zone paludose ricche di zanzare anofele.
Nemmeno ora che scrivo i giornali dicono chi sia il dirottatore, soltanto sul Corriere ho trovato un coraggioso “forse” mentre per tutto il pomeriggio sui teleschermi campeggiava l’immagine di una cartina geografica con delle freccette direzionali e un aero nemmeno animato, poco più che una gif, facevano da sfondo alle parole che avevano la valenza del pettegolezzo. I dirottatori vogliono impedire la visita in Turchia del Papa. I dirottatori disarmati vogliono mandare un messaggio al Papa. I passeggeri scendono, anzi non sono scesi. I dirottatori volevano andare a Roma…Il dirottatore è un cattolico. Il dirottatore è un obiettore. Il dirottatore è un disertore.
Mi torna in mente "L’aereo più pazzo del mondo sempre più pazzo". In quel caso era un attentatore; comprò la sua bomba in uno stand dell’aeroporto prima di salire sul volo per la Luna. Il suo unico problema era quello dell’impotenza.

Rita Pani (APOLIDE)


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