9.23.2006

 

L'importante è odiare

Diceva Oscar Wilde: “Si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio e io vivo nel terrore di non essere frainteso”. Mi pare attualissima.
Si toglierà il burqa all'ingresso della scuola, ma solo in presenza di personale scolastico femminile. È stato trovato un compromesso tra una donna tunisina di stretta osservanza islamica, che si presenta con il burqa quando accompagna la figlia a scuola, e la direttrice scolastica della scuola elementare di Como frequentata dalla bambina, dopo le proteste dei genitori degli altri bambini. Inoltre indosserà vesti islamiche a più colori e non solo neri.
Ricordo i miei primi anni di apprendimento scolastico, passati tra le amorevoli cure di un gruppo di suore Orsoline, ricordo ancor meglio tutto il tempo sprecato a tentare di scoprire se la mia suora avesse i capelli. Erano tutte bianche d’estate e nere di inverno, salvo il risvolto della cuffia del mistero. Ovviamente tenni per me quella curiosità. Evidentemente non ero ottusa.
Mi piacerebbe sapere dai “genitori in protesta” quale sia stata la molla scatenante, e sono certa che nessuno ti risponderebbe semplicemente con un “sono un razzista e godo nell’umiliare il diverso”. Sarebbe difficile non ricorrere alle validissime scusanti sulla sicurezza degli altri bambini, o su una cosa qualunque che faccia il paio con la demagogica quanto conveniente “sicurezza nazionale”.
Mi piacciono in genere i discorsi sull’integrazione, quando sono fatti da ottusi che sono presi sul serio, perché alla fine il ritornello è sempre lo stesso: sono loro che devono integrarsi assecondando persino la nostra malignità. Non è certamente colpa del singolo, spesso in buona fede, ma è colpa semmai della vergognosa propaganda alla quale assistiamo, che ormai tende a sottolineare l’efferatezza del crimine solo ed esclusivamente quando commesso da un extracomunitario, diversamente il tutto viene edulcorato, lasciato quasi sul vago, quasi a non demolire le certezze che si vogliono o si devono radicare in noi. Italiano bianco, buono, scuretto ed islamico cattivo.
Così capita che persino una ragazzina di dodici anni, in cerca di notorietà, attratta dal miraggio di un riflettore che le illumini il viso dal lato giusto, smetta improvvisamente di pettinare le Barbie per inventarsi d’essere stata violentata da un marocchino. Il ragazzo poi ci va davvero in galera, anche se per un solo giorno, senza colpa tranne che la nostra.
Quando la follia globalizzata rischia d’essere accantonata o l’indice di popolarità di bush è in caduta libera ecco allora spuntare un nuovo attentato a rafforzare le nostre patetiche certezze, che possono spingere fino a non vedere la violenza morale alla quale si può impunemente sottoporre un’altra persona, di religione differente, ma una persona o fino al punto di giustificare qualsiasi atto di guerra o pacificazione.
E poi c’è Osama bin Laden, che proprio oggi effettua l’ennesima sua morte; è una sorta di rituale che compie all’incirca con cadenza bimestrale. Ormai è morto ucciso da proiettili intelligentissimi, è morto per i suoi reni malati, è morto in Pakistan di tifo. O forse no. E’ molto malato ma è ancora vivo, è sempre più innamorato di Whitney, ha cambiato schiava del sesso …
Bin Laden! La più geniale trovata americana dopo il falso sbarco sulla luna. Un prodotto tridimensionale di computer grafica, un barbone trovato morto accanto ad un cassonetto e conservato in un frigo della CIA, pronto da scongelare all’occorenza.
Ma a noi che ci frega? L’importante è continuare ad odiare.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Non è così difficile, credimi. Basterebbe abrogare i cretini, o avere governanti dotati di testicoli quanto Ugo Chavez. Poi i bonzi mi stanno anche simpatici. Ricordi i primordi dell'AIDS? I genitori "si rivoltavano" perchè scoprivano che un bimbo della scuola era sieropositivo, temendo per i loro figli. Chiedevano di cacciare l'untore senza se e senza ma, e avevi voglia di spiegare alle mamme che semmai loro, impegnate ad inseguire il danaro e la carriera, erano delle potenziali assassine quando mandavano a scuola i loro rampolli catarrosi e febbricitanti, pur di non perdere una ricca giornata di lavoro... Ora è tempo dell'extracomunitario.
R.
 
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