9.14.2006

 

Basta con la lottizzazione

Quando Massimo D’Alema, in un rigurgito di normalità, a proposito della RAI disse “che erano stati troppo buoni”, scatenò un putiferio; è comprensibile, in politica se raggiungi i vertici, tutto puoi dire tranne che la verità. E’ politicamente scorretto.
A me, personalmente, della RAI potrebbe importare tanto quanto mi importa delle congiunture astrali tra Giove e Saturno, ma è difficile non occuparsene quando i titoli dei giornali ti rimbalzano davanti e le discussioni si fanno ferventi galleggiando sul nulla più rarefatto.
Basta con la lottizzazione”! Questo grido è un grido bipartisan (quanto odio questo termine!). Da destra o sinistra tutti concordano sul fatto che la RAI debba essere un organismo libero e liberato e si aprono dibattiti, si leggono opinioni a volte persino interessanti, dalla necessità di privatizzare alla proposta di affidare alla saggezza superpartes del Presidente della Repubblica la nomina dei vertici aziendali; tutto appare così impellente e così reale da cancellare un dato di fatto assodato e consolidato: sono chiacchiere che si fanno ogni qualvolta si cambia governo al punto da rasentare la tradizione.
Quando però ad invocare la necessità di liberare la Rai arriva da destra, il tutto assume contorni grotteschi. Quando si pensa alla RAI degli ultimi cinque anni si tende a ricordare l’instaurazione del regime più becero palesato dall’editto bulgaro di berlusconi, l’occupazione selvaggia della principale Rete RAI, con la sottomissione di Bruno Vespa a banditore ufficiale del piccolo imperatore, pagato profumatamente per leggere i bandi delle presunte magnificenze di palazzo, ma a nessuno viene in mente di rinvangare il più pericoloso e vile regime velato strisciante al quale siamo stati sottoposti.
Per anni la televisione è stata usata dalla destra come mezzo chirurgico per la lobotomizzazione di massa, con lo stravolgimento della realtà dai fatti più insignificanti a quelli più gravi; non solo le immagini modificate in modo da far apparire il despota sempre applaudito ed osannato, persino quando si esibiva in monologhi davanti ad una schiera di poltrone vuote (TG1) ma peggio con la mistificazione della storia e il furto della memoria.
Ricordo una notte, attendevo il sonno sul divano cercando qualcosa di vedibile in TV quando capitai su RAI 2. Una pimpante Paola Salluzzi presentava il “Premio giorgio almirante” e salutando il pubblico fece un cenno sulla storia dell’uomo e del politico… “giorgio almirante, uno dei PADRI DELLA DEMOCRAZIA”. In cinque anni, in molti modi si è cercato e probabilmente talvolta il tentativo è anche riuscito, di ridimensionare il fascismo, di renderlo un po’ meno fascista di quanto non sia stato in realtà.
Sfuggì ai più, per esempio, la disarmante dichiarazione dell’allora ministro gasparri, quando con orgoglio si assunse il merito di “aver chiesto ed ottenuto che si facesse una fiction sulle foibe”; sembra ormai dimenticata per esempio la posticipazione della fiction sulle Fosse Ardeatine … “da non trasmettere a Aprile per par condicio” visto che c’erano di mezzo le elezioni.
Le trasmissioni di approfondimento giornalistico furono quanto di più patetico si fosse mai visto dal tempo del Trio Lescano, Socci, La Rosa o quell’altro (non ricordo il nome) che iniziava la trasmissione facendosi il Segno della Croce, ore e ore di mistificazione, sondaggi fasulli, incensate e slinguazzate, aberranti dati riportati dall’ISTAT (altro ente assoggettato alla propaganda di governo), interviste per le quali avrebbero dovuto pagare il Copyright ad Italia 1.
Tralascio le sgallettate che per mostrare le chiappe in TV dovevano passare prima dal divano della Farnesina.
Si mi piacque la dichiarazione di Massimo D’Alema, “siamo stati troppo buoni”, perché era vera; per come la vedo io, i vertici RAI sarebbero stati azzerati il giorno dopo l’insediamento del nuovo governo e tanto per mettere in chiaro la situazione avrei trasmesso a reti unificate il film “La corazzata Potionky”.

Rita Pani (APOLIDE)


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