7.26.2006

 

Ultima a Romano

Caro Romano,
sono bastati solo 100 giorni perché si palesasse tutta la democrazia cristiana che sta nel tuo governo; di conseguenza posso affermare che sono bastati 100 giorni perché si avverasse la mia previsione. Siete stati l’ennesima truffa alla quale noi cittadini assistiamo inermi ed inebetiti in perfetto stile italiano. Apprendo dai giornali che soltanto una cinquantina di persone, ieri, hanno protestato insieme all’Onorevole Di Pietro fuori del Parlamento, mentre sono state molte di più quelle che hanno protestato davanti al Municipio di Roma per la Lazio o hanno invaso i binari delle ferrovie toscane per la Fiorentina e sono certa che questo riempia il vostro cuore di gioia.
L’imbecillità dell’italiano è per voi fresca linfa e garanzia di continuità. Siccome io non mi sento più italiana dall’avvento del berlusconismo, sono immune al morbo ed avendo votato per te con convinzione e responsabilità, mi sento autorizzata a scriverti per l’ultima volta. Certo, so bene che nemmeno a questa risponderai, d’altronde ho avuto risposta solamente due volte da qualcuno della tua organizzazione; con la prima risposta si tentava di vendermi l’aspirapolvere, con la seconda, appurato che non l’avrei acquistata, velatamente mi si mandava a quel paese. Pazienza, quindi!
Caro Romano, cento giorni di bastone e carota, ma l’asino si è rivoltato e vi ha dato il bastone sulla schiena (i tassisti) e nulla di più. Confindustria continua a governare l’economia dello stato, noi inebetiti da calciopoli non ci accorgiamo nemmeno di dover continuare a pagare ed ora l’estremo decreto dell’ “insulto”. Complimenti.
Devo tuttavia ringraziarti per avermi dato maggiori nozioni sulla politica dell’alternanza. Ho capito finalmente cosa significa: un po’ per uno non fa male a nessuno. Una sorta di duo-polio tra te e berlusconi. Deve essere per questo che non è stata la risoluzione del “conflitto di interessi” il primo provvedimento attuato dalla “serietà al governo”. Quali mostruosità potrei scriverti se andassi a rimestare sulla legge 30? Vero, avete sbandierato “il cuneo fiscale” come panacea, ma sai bene cosa accade quando un cuneo si scontra contro le terga del cittadino medio. L’unica salvezza per il lavoratore medio italiano, che lavora da 20 anni, ma negli ultimi tre o quattro è diventato uno schiavo a progetto, è quello di tenere le chiappe strette per la paura di non vedere il suo contratto trimestrale rinnovato. E’ talmente stretto che il cuneo non passa.
Afghanistan e Iraq sono altri due capitoli dei vostri 100 giorni da leggere con vergogna e disgusto, ma tant’è: tutto è già stato detto. Le nomine delle cariche dipendenti dalla Farnesina nei paesi di interesse berlusconiano farebbero arrossire anche un esibizionista, ma leggere le motivazioni dell’esigenza del decreto dell’indulto è un’ offesa reale che ogni cittadino onesto dovrebbe sentire sulla pelle al punto di cacciarvi a pedate dalle comode poltrone. Usare la vita di cittadini deboli come merce di scambio per salvare quella di squali assetati di sangue e danaro è aberrante, e se solo il cittadino italiano smettesse di interessarsi del calcio e buttasse uno sguardo intelligente alle cose politiche, forse si chiederebbe perché un senatore condannato a sei anni di carcere, interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, sia ancora un senatore a tutti gli effetti. Che non abbia rassegnato le sue dimissioni da senatore in attesa del provvedimento di legge che lo avrebbe salvato dalla ridicola sanzione degli arresti domiciliari, nella sua bellissima casa di Piazza Farnese? Eh! Sì, ammetto che questa è un’illazione.
Quindi caro Romano concludo: so che chi da una mano alla mafia può essere imputato di vari reati, collusione, favoreggiamento, associazione esterna… Ora mi chiedo come potrei definire chi da una mano ai corruttori, ai ladri, ai truffatori?
In campagna elettorale eravate così umili da chiederci “le idee”. Le mie non sono mai state raccolte forse perché odoravano di bucato appena steso al sole in confronto alle vostre, o forse perché erano talmente semplici da essere irrealizzabili; per esempio perché non sancire l’ineleggibilità dopo due mandati? Non vi stancate di “lavorare per noi” dopo dieci, venti, addirittura 40 anni?
Rientrare dei capitali rubati (scusa, distratti) da malfattori, piduisti, corruttori, ladri e feccia istituzionalizzata, anziché cavar sangue dalle rape (le rape siamo noi) ti pare troppo populista? Non sarebbe elegante? Rischia di essere poco globalizzante?
La vostra fortuna è la nostra disgrazia, ovvero quella di non somigliare nemmeno un po’ ad un civilissimo paese dell’America Latina, diversamente staremo già sotto le vostre finestre armati di forcone. Istituite un’altra festa nazionale, la giornata della vergogna, durante la quale, sfilerete in via dei Fori Imperiali fischiettando e con le mani in tasca, ovviamente acclamati dalla folla.

Viva Gramsci, Viva Berlinguer.

Rita Pani (COMUNISTA)


Comments:
Aggiungo una postilla.
Caro Romano, hai sospeso lo spazio "Scrivi a Romano", ma non preoccuparti, il WEB è grande e ha il grande pregio della memoria infinita e duratura.
Rita Pani (COMUNSTA)
 
Quando Morgana ha postato questo pezzo nel Forum della Redazione
Politica del Tg3
non ho avuto dubbi. Potevi essere solo tu.
Ti ricordi di me? Arcipelago Servizi (chiuso i battenti), il mailing, il fotoblog...nel Forum sono a-betaSys e mi piacerebbe moltissimo ritrovarti.
Se ritrovo il tuo indirizzo e-mail ti scrivo.
Ciao,
Marino
 
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