7.15.2006

 

E' la legge. Dura lex sed lex.

La legge è uguale per tutti? No. La legge poi è comunista quando applicata, invece è legale quando aggirata. La legge, la legalità restano concetti astrusi, come fosse filosofia.
Il verdetto è stato emesso in diretta TV, e fuori dall’hotel i tifosi in rivolta a Roma, fuori dalla sede della Juve a Torino. I laziali gemellati con i fiorentini. Il Milan di berlusconi è salvo, ma quel piduista grida al complotto; le abitudini sono dure a morire.
La legge è uguale per tutti, o quasi, dipende dalla giunta delle autorizzazioni a procedere, dal fatto che ti chiami Cesare e possa usufruire del decreto salva previti. La legge è uguale per pochi, così che mio zio deve demolire un portico in Sardegna e berlusconi ci costruisce bunker sottomarini.
Non si discutono le sentenze, dice giustamente Fassino, ma Mastella manda gli ispettori a Potenza.
Cos’è che non quaglia?
Ah! Fassino si riferiva al pallone (che fa il paio con la santa figa) mentre Mastella si riferiva al principe piduista, trafficante d’armi, erotomane, truffatore o alla moglie di fini a suo fratello e pure alla cognata.
Non tutta la legge è uguale a sé stessa. La giustizia però è sempre ingiusta, sia essa quella del pallone che quella ordinaria.
Il mio stato di APOLIDE non mi è mai apparso più conveniente ed opportuno quanto lo è stato oggi nel vedere madri di famiglia protestare per la Lazio. Mi chiedevo che pensassero quando un pregiudicato era presidente del consiglio, quando il parlamento scriveva leggi ad personam, quando da presidente del consiglio, l’imputato berlusconi andava al tribunale di Milano per fare minacciosi (al limite della mafiosità) monologhi.
Mi domando se qualcuno di questi paladini della giustizia giusta sappia che il pm di Potenza John Woodcock ha chiesto al Csm di essere ascoltato per poter fornire tutti i chiarimenti sulle vicende che lo riguardano, ma soprattutto di essere tutelato dagli attacchi che sono stati rivolti a lui e alla magistratura di Potenza.
Non si può vivere in un paese che ci fa ridere per l’imbecillità, non si può essere orgogliosi d’essere imbecilli, e tanto meno si può continuare a fare finta che sia questa la normalità.
Per conto mio, che ho la mente semplice, la giustizia vera sarebbe stata quella di costringere i giocatori di calcio a giocare con palloni fatti di stracci (e non con le manine dei bambini del terzo o quarto mondo) in un campo sterrato ed argilloso, gratis; che un parlamentare inquisito fosse costretto alle dimissioni e sempre e comunque ad essere processato, andando in galera a scontare la giusta pensa qualora fosse ritenuto colpevole; che chi si è macchiato la fedina penale non si potesse nemmeno candidare e non essere un senatore agli arresti domiciliari in piazza Farnese a Roma con la libertà di uscire per recarsi al senato.

So che l’Italia è ormai un paese povero, ma non pensavo che fosse così miserabile.

Rita Pani (APOLIDE)


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