5.04.2006

 

Cambiamenti

E dunque, dalle urne è uscito il risultato che tutti noi ci aspettavamo, anche se non nelle proporzioni. Questo dato viene ribadito ancor oggi ad ogni piè sospinto: “il Paese è spaccato”; tanto che ora, curiosamente, a forza di sentirlo ripetere, il Paese somiglia in maniera sorprendente alla condizione dei miei testicoli.
Prima, durante e immediatamente dopo lo scrutinio dei voti, sono state reiteratamente lanciate accuse di brogli. Nonostante il sospetto rimanga, c’è da rilevare con immensa soddisfazione che neanche questi sono stati sufficienti a far vincere Berlusconi.
In tutta questa querelle post-elettorale, sono spiccate le affermazioni di Tremonti, che hanno evidenziato ancora una volta la sua smisurata competenza matematica quando ha dichiarato: “Non mi tovnano i conti”. Singolare coincidenza con le constatazioni economiche che un po’ tutti abbiamo fatto nell’ultimo lustro.
Sebbene Berlusconi abbia chiaramente perso le elezioni, appare altrettanto evidente che non ha perso la faccia di bronzo, reclamando autoritariamente almeno un presidente delle Camere. Inoltre ha preteso che per tutta la prossima legislatura ci si rivolga al centrodestra come prossima maggioranza e si parli del centrosinistra in termini di ex-opposizione. Gli avvenimenti successivi hanno dimostrato in maniera eloquente di quale prestigio egli goda e di quanto stimate siano le sue opinioni.
Si è ora aperta la questione della successione a Ciampi. In molti hanno auspicato che il presidente uscente accettasse una candidatura per un secondo mandato e, fino all’ultimo, hanno provato a tirarlo per la giacca. Tanto che, quando ieri Ciampi ha espresso il diniego definitivo, non si è mai visto un presidente della Repubblica tanto sciatto: la giacca era ormai da buttare.
Berlusconi ha preso atto della rinuncia di Ciampi e ha subito imposto il nome di Letta. Ecco, adesso, io sono perfettamente cosciente di andare controcorrente, ma vorrei spezzare una lancia (ma anche un’alfa romeo o una mercedes vanno bene) sulla schiena del cavaliere. Certo, lo so bene che talvolta con gli anziani bisogna avere pazienza e spiegare e ricordare i concetti più e più volte, prendendo magari le cose alla lontana onde evitare spiacevoli shock ma, adesso, sarebbe davvero ora che qualcuno si prendesse la briga di mettere l’ex premier di fronte alla dolorosa realtà e fargli comprendere, una volta per tutte, che lui, le elezioni, le ha perse e non può più pretendere niente. A questo proposito, io suggerirei di adottare una formula chiara, semplice, senza troppi fronzoli che potrebbero dare adito a sgraditi malintesi, utilizzando magari una morbida inflessione dialettale romanesca che faciliterebbe non poco la comprensione, qualcosa come: “Ti devi da levare dalle palle!”
E auspico che tutto ciò accada prima che questo individuo si metta a reclamare qualche ministero.
Anche perché, di questo passo, i primi cento giorni del governo Prodi andranno a coincidere con la campagna elettorale del 2011.
Nel frattempo sono montate polemiche a non finire per i fischi alla Moratti durante le manifestazioni del 25 Aprile e del Primo Maggio. Boh?! Non capisco, ma anche questo dev’essere un ulteriore segno dei tempi: una volta, quando fischiavano al suo passaggio, una donna si sentiva lusingata...
dirtyboots

Comments:
Ti devo una risposta, non mi sono dimenticata ;-)
R.
 
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