3.21.2006

 

Il condizionale ...

Probabilmente non è importante, rispetto alle altre diatribe in corso in questi giorni, (la censura alla pubblicità della patata di Siffredi, o la parcondicio) ma c’è da segnalare che il Presidente della Repubblica, ha rispedito al mittente un’altra legge. Questa volta la legge era in materia ambientale, un testo unico per rivedere le regole degli studi sugli impatti ambientali e la tutela dell’ambiente dal suolo al territorio. Il “codice ambientale”. Non è chiaro perché sui giornali, e nemmeno tutti, la notizia venga riportata usando il condizionale, sembrerebbe, oppure il laconico “da indiscrezioni”.
Si tratterebbe di materia importante per tutti noi, per l’aria che respiriamo, per l’acqua che ormai non ci fidiamo più a bere, eppure, sembrerebbe che non se ne possa parlare; deve essere per una sorta di par condicio, forse non sembrerebbe “bello” farci sapere che con questa ennesima legge illegale, si tenterebbe di aggirare le regole che fino ad oggi ci hanno tutelato rendendo difficoltosa la pratica del VIA (valutazione impatto ambientale) che servirebbe a non creare ecomostri, o per esempio, gassificatori a ridosso delle città o dei parchi nazionali.
Conosco abbastanza bene le leggi in materia ambientale esistenti, per esempio la legge Ronchey che se pure non perfetta, aveva avuto il coraggio di stabilire delle regole, e che venne in qualche modo stravolta con codicilli e modifiche dal ministro matteoli, che potrebbe (condizionale) andare mano nella mano con tremonti e calderoli a far danni in Papuasia.
Probabilmente non si deve sapere di questa nuova bocciatura perché il cittadino italiano potrebbe avere il legittimo sospetto che possa essere una legge ad hoc per favorire i palazzinari, o peggio la lobby dell’energia pulita, che in Italia puzza di sporco, data la natura affaristica e poco ambientale con la quale viene trattata la materia. Rimaneggiata la procedura del VIA non sarebbe strano se divenisse legale costruire torri in riva al mare, gettare cemento in un parco nazionale, ridurre il territorio destinato a parco, deforestare ulteriormente le poche zone boschive rimaste, o peggio inquinare più di quanto non si stia facendo.
Potremo trovarci centrali a biomassa ad ogni periferia di città ed ovviamente non come accade in Germania, dove davvero ci si brucia il legno, ma come accade al Pollino dove si brucia qualunque cosa e si produce diossina. Ma si possono dire queste cose senza usare il condizionale?
Mi sarebbe piaciuto leggere la legge rispedita al mittente, magari era scritto chiaro il codicillo che imponeva al reo di abuso edilizio di costruire un parco giochi, o piantare venti piantine di cactus, anziché essere arrestato.
Per ora resta un mistero, probabilmente sarà sciolto la seconda decade di Aprile, a Stato Libero, e soprattutto quando non saremo più in par condicio. A proposito di questo, sapete che la RAI ha deciso di non trasmettere una fiction sulle Fosse Ardeatine? Pare che sia un argomento di sinistra.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Eh, sì! Questi devono marcire in qualche gulag, altro che prescrizione e/o condizionale...
 
questa legge è stata definita un po' da tutti come una violenza all'ambiente: incentivava gli smaltitori attraverso un sistema di multe assolutamente risibili (e non di condanne) a inquinare, perché economicamente era più conveniente; la valutazione d'impatto ambientale veniva completamente riformulata, in maniera opposta a quella definita e applicata dall'UE; la definizione di rifiuto veniva circoscritta a pochissimi elementi inquinant, con enormi conseguenze per l'ambiente.
il tutto per favorire lobby di smaltitori e costruttori, oltre a legittimare lo scempio delle "grandi opere" di questo governo...
 
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