2.03.2006

 

Il coraggio...Caro Romano

Caro Romano,
perdona la mia insistenza, immagino che tu sia molto impegnato e quindi non pretendevo certo una risposta immediata, ma qui il tempo stringe e io ancora non capisco; è probabile che io abbia una mente troppo semplice.
Leggo questa mattina sui giornali che potresti rinunciare ad apparire in video, nei “confronti” stabiliti per legge e non so ancora se questo sia un bene o un male. Da un lato so che sarebbe inutile, dal momento che è impossibile interrompere i monologhi deliranti di un essere inqualificabile, ma dall’altro lato, ci vorrebbe il coraggio di spiegare a chi ancora non lo sa, perché le parole di quel tale che governa sono deliri.
Per esempio sono certa che la signora del terzo piano, non sappia alcune cose che noi sappiamo e che possa accettare per vera la collusione tra Coop e camorra; non ritieni che lei abbia il diritto di sapere?
Caro Romano, so che in politica non è uso avere “il coraggio di dire”, ma bisogna ammettere che la politica è cambiata e che quindi viviamo una sorta d’emergenza nella quale le regole sono cambiate e la lotta deve farsi un po’ più dura in nome della libertà, della democrazia e soprattutto della legalità.
Come ti scrivevo nella mia lettera precedente, noi cittadini abbiamo il diritto di sapere che ne sarà di noi, ma abbiamo anche il dovere di declamare a gran voce la storia recente, quella che si tende ad imboscare sotto il tappeto perché troppo maleodorante da mostrare.
Ebbene, colpiti quotidianamente dalle calunnie dell’uomo solo, non ritieni che sia il caso di iniziare ad avere quel coraggio?
Per esempio, se il premier parla di COOP e camorra, perché non sento nessuno ricordare la maestosa figura di Vittorio Mangano, boss della mafia assunto direttamente da Marcello dell’Utri, come stalliere ad Arcore? E perché nessuno racconta alla signora del terzo piano che lo stesso Marcello dell’Utri, braccio destro ed amico fidato del premier è stato condannato (non sono pettegolezzi) a nove anni di galera per associazione mafiosa?
Ci sarebbe qualcuno, abbastanza coraggioso da ribattere all’assalto delle Istituzioni in modo tale che questa deprecabile opera, non venga assunta come “normale” dai cittadini?
Caro Romano, l’altro giorno il procuratore Grasso ha esortato i partiti a non candidare troppi indagati; il premier ha risposto accusando la sinistra di candidare troppi ex giudici. Non sono semplici incongruenze, sono porcherie e manca il coraggio da parte vostra di dichiararle esattamente per quello che sono.
Il ripristino della legalità nel paese è importante, ed è importante ribadirne la colpevole mancanza.
Posso capire che è difficile oggi presentarsi ad una stampa poco incline al coraggio delle idee e della verità, sono rimasti in pochi ad avere il coraggio di rischiare di perdere il lavoro, di essere cacciati, ma come ti ho scritto la volta precedente, vincendo le primarie hai vinto anche la responsabilità. I lustrini, il cerone, la cosmesi chirurgica sono strumenti atti alla lobotomizzazione dei cittadini, la menzogna serve a sviare dalla realtà, quella realtà che il governo tenta di offuscare con la ridicola propaganda delle grandi opere, delle leggi dei miracoli che ci hanno ridotto alla povertà e al regime ma, la verità nelle mani di persone come me, che rischiano perché non hanno nulla da perdere e soprattutto non hanno abbastanza voce, è una verità castrata.
Una verità che vive in una nicchia buia e senza aria serve solo ad accrescere la rabbia di chi se la racconta e di chi si sente privilegiato di poterla ascoltare.
Spetta a te e a quelli che come te hanno la possibilità di raccontarla, non essere timido Romano, non farci andare a votare col naso turato. Facci respirare.
Coraggio,
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
controbattere punto su punto, in maniera anche politicamente scorretta: è l'unico modo di zittire il nano in prescrizione
 
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