1.09.2006

 

Unipol Coop, sindaci mafiosi, e…



( Io non sono di sinistra, io sono comunista)

Ho timore che potrà sembrare che io tenti di difendere i DS; questo per me ha la valenza del peccato per il cattolico, me ne dispiace ancor prima di cominciare, però non si può proprio fare finta di nulla, soprattutto quando personalità del calibro di Occhetto e Mussi paiono scendere dal pero con ancora un anello al naso.
Quanta fretta hanno tutti di crocifiggere Fassino! Quanta fretta ha Fassino di ricorrere alla moralizzazione, quanta foga nel dichiarare l’unità di intenti, la coesione, l’indistruttibilità di un alleanza.
Sotto inchiesta per un giorno soltanto le intercettazioni telefoniche, per quasi 24 ore si è persino pensato di indagare il giornalista del “Giornale” che ha spiattellato atti che nemmeno i giudici avevano preso in considerazione e si è automaticamente archiviato il resto, ovvero Gnutti e Fiorani, il presidente del consiglio che probabilmente manovrava i burattini per acquisire l’RCS, i conti della Lega, la banca della Lega, i banchieri della Lega, i ladri di polli, Fazio.
Nelle stesse ore in cui Mussi scopriva l’esistenza delle Coop, Occhetto scordava di aver ucciso il PCI e rimpiangeva Berlinguer e Fassino in linea con la modernità dei tempi che vedono schieramenti a due punte, dopo la discesa in campo per fornire assist, dichiarava di essersi limitato a “fare il tifo”, l’ennesimo sindaco UDC veniva arrestato in Sicilia per reati di mafia, insieme ad altri noti mafiosi; la notizia è ovviamente passata in secondo piano quasi fosse normale, in un paese civile, che un giornale di proprietà del presidente del consiglio riveli notizie riservate che guarda caso, coinvolgono uno dei diretti oppositori nella prossima (ma già vecchia e noiosa) campagna elettorale.
Se questi sono i toni, e se questo è quello che ci aspetta, allora un po’ rimpiango di non essere americana, alle prese coi pantaloni di Bill Clinton.
Forse è che sono troppo legata ai vecchi comizi, quelli che faceva per esempio proprio Enrico Berlinguer, o a quella vecchia politica fatta da noi, semplice base, che osava urlare senza mai cedere alla fatica.
L’intento della destra è quello di farci credere che destra e sinistra pari son, nella logica che se uno fa schifo l’altro fa vomitare, l’intento della sinistra è farci credere che la destra sia brutta e cattiva, sic et simpliciter. Il rischio è che funzioni, dato il tasso di menefreghismo e scarsa partecipazione alla lotta da parte nostra e soprattutto, il rischio risiede nell’ignoranza dilagante e nel bisogno che coglie la maggior parte di noi.
Siamo troppo impegnati a sopravvivere, al punto di non aver più tempo di pensare che con un po’ di sacrificio, di impegno e di lotte potremo riottenere ciò che in questi anni ci è stato tolto. Il diritto al lavoro, il diritto alla sanità, allo studio, alla vita.
Mi pare assurdo assistere alle rivendicazioni di Occhetto e di Mussi, al tentativo di difesa di Fassino, alle querele di D’Alema, mentre annaspiamo per non doverci dichiarare indigenti.
Continuo a pensare che molta responsabilità sia nostra (popolo italiano), perché siamo stati incapaci di far sentire le nostre voci, di ribellarci ad un sistema che ormai ha fagocitato anche quelli che un tempo chiamavo “compagni”, incapaci di proseguire ad occupare le piazze senza essere radunati come un gregge dal pastore di turno che trovava conveniente racimolare un po’ di bestie per il suo armento.
Fino ad oggi mi pareva superfluo continuare ad elencare le malefatte del criminale di Arcore, dalla mafia al digitale terrestre, dai tagli delle tasse agli aumenti indiscriminati che ci hanno reso impossibile vivere, dal regime all’operazione verità, ma invece credo che per l’italiano non sia mai abbastanza.
Troppa stupidità. Mi spiace. Mi spiace al punto che sarei tentata di augurare a molti di coloro che chiamavo compagni un altro decennio di governo berlusconi, solo per il gusto di stare a guardarli mentre si accoltellano per non affondare.
Rita Pani (APOLIDE)

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