1.13.2006

 

Scompisciamento elettorale

Nemmeno Diogene di Sinope con la sua lanterna avrebbe mai potuto trovare una faccia di culo sì fatta. Non ci sono più metafore atte a spiegare l’andamento di questa Italia miserrima, non c’è più nulla che già non sia stato detto, ribadito, reiterato fino alla noia. Le cronache dei nostri coraggiosi blog rischiano di dover essere solo e soltanto un collage di pezzetti copiati ed incollati dalle agenzie. Non ci resta più nulla da aggiungere per dare risalto, o per ironizzare, nemmeno per dare sfogo alla vena creativa che potrebbe renderci abili a donare un sorriso. Ci hanno rubato pure questo, oramai solo loro i detentori della verve comica.
L’impossibile pare sia stato possibile oggi (ieri?) dopo le 18. berlusconi si è recato in un palazzo di giustizia di sua spontanea volontà, per accusare i DS di un non meglio precisato reato. La suorina del convento, questa notte la passerà in guepiere al lupanare.

«Quali conseguenze avrà il colloquio avuto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi con i pm romani sul caso Unipol?» «Credo nessuna, è stato semplicemente un contributo che il presidente ha ritenuto, su mia indicazione, di dare» Ghedini a Sky

«Bene, era l'ora, anzi se aveva cose da dire su questo argomento era suo dovere andarci prima» commenta il coordinatore della segreteria Ds, Vannino Chiti. «Un Berlusconi così sollecito e collaborativo con i magistrati effettivamente rappresenta una notizia. Sono certo che, con oggi, egli inaugura una nuova stagione che lo vedrà finalmente prodigo di notizie utili alle numerose indagini per le quali, di sicuro, è informatissimo, ma su cui ha sinora taciuto per timidezza» ha detto Franco Monaco, vicepresidente dei deputati della Margherita. «Ora ha imparato la strada, ha maturato fiducia verso i magistrati ed è smanioso di parlare a cuore aperto. Non possiamo che compiacercene», conclude.

Ci tolgono tutto, proprio tutto. Ladri. Ci rubano l’occasione. Oggi, infatti, c’è stata anche l’approvazione della legge pecorella

LEGGE PECORELLA - Proposto su iniziativa del deputato Gaetano Pecorella, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Giustizia della Camera e difensore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il provvedimento (numero 3.600) modifica il codice di procedura penale.

SCONTRO TRA I POLI - L'opposizione ha contestato il provvedimento definendolo l'ennesima norma «ad personam» che favorirebbe il premier coinvolto in diversi procedimenti giudiziari. Anche l'Associazione Nazionale magistrati ha criticato il provvedimento, ritenendo che avrà come conseguenza un abnorme incremento di ricorsi alla Cassazione.

Concludo questo collage con il maestoso intervento alla camera del deputato Dalla Chiesa:

Bentornati senatori, dalle feste e dai ristori, tutti insieme per votare la gran legge secolare, la più urgente, la più bella legge, sì, la legge Pecorella. Ma quant’è curioso il mondo, nel suo gran girare in tondo, che fa nascere d’incanto una legge che può tanto. E la scrive un avvocato per salvare il suo imputato, che poi, caso assai moderno, è anche capo del Governo, mentre invece l’avvocato è un potente deputato.

Ah, che idea stupefacente, non si trova un precedente, è un esempio da manuale di cultura occidentale che sa metter le persone sopra la Costituzione. E ora è bello edificante che di voci ne sian tante, di giuristi, ex magistrati, di causidici, avvocati, pronti, intrepidi, a spiegare che la legge è da votare, poiché vuole la dottrina che il diritto su una china più virtuosa scorrerà, se la norma si farà.

Ma pensate che bellezza per un reo, l’aver certezza che se il giudice è impaurito o corrotto o scimunito, potrà dar l'assoluzione senza alcuna sconfessione, che il processo finirà e un macigno calerà sull’accusa dello Stato e su chi subì reato. Che trionfo, che tripudio, e per Silvio che preludio ad una dolce terza età, l’assoluta impunità.

Bentornati senatori, per la fine dei lavori; cinque anni incominciati coi tesori detassati, poi vissuti con amore a far leggi di favore: rogatorie, suspicioni, lodi, falsi e prescrizioni, approvate in frenesia e con gran democrazia, che chi c’è non può parlare e chi è assente può votare. Mentre al pubblico in diretta lui giurava: "Date retta, se non si combina niente sui problemi della gente colpa è di opposizioni, Parlamento e Commissioni!".

Bravi voi che con tempismo combattete il comunismo, anche se nell’ossessione ce l’aveste una ragione: falsa è di Marx la tesi che lo Stato è dei borghesi; ci insegnaste voi del Polo che lo Stato è di uno solo. Or votando con l’inchino si completi il gran bottino delle leggi personali, questo sconcio senza eguali. Del diritto sia mattanza. Ma l’Italia ne ha abbastanza".

Insomma, ha fatto meglio di dirtyboots… A noi che cazzo resta?
Rita Pani (APOLIDE)

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