11.09.2005

 

Salveranno previti o i Processi?

E’ una bella domanda che temo sia destinata a restare retorica. Mi piace quando la stampa tace, sembra quasi di vivere in un mondo normale e se proprio vuoi farti del male, basta ascoltare in sottofondo un telegiornale, uno a caso, il rumore è sempre lo stesso, ma in forma ridotta e per voce di un delegato dalla redazione.
Per esempio, come rimbomba quella parola “teppisti” riferita ai fatti di Parigi! Sono giorni che i disordini delle periferie parigine, vengono stigmatizzati come semplici atti teppistici, e non suona per nulla strano sentir parlare di coprifuoco in Europa. E’ una parola che siamo abituati a sentire riferita a zone di guerra, una parola che non ci dovrebbe appartenere se non nei ricordo dei nonni, sempre meno, che una guerra l’hanno ancora sulle spalle. Invece la ascoltiamo quasi indifferenti, usi, come le vecchie battone lo sono al marciapiede.
Brucia Parigi, brucia Bruxelles e brucia anche la Germania, in un contagio comico di teppismo e l’Italia?
L’Italia è a rischio, lo ha ammesso anche pisanu in Parlamento, ma non rischia il virus teppistico che colpisce le periferie, quanto il germe dell’anarcoinsurrezionalismo. Siamo avvezzi anche a questo di termine, ed è stato proprio pisanu a coniarlo e divulgarlo come qualcosa di vero. Senza remore e senza vergogna, ieri il ministro ci ha fatto sapere che il pericolo corre nelle manifestazioni di piazza, citando per esempio le proteste degli studenti, dei docenti, e dei ricercatori che qualche giorno fa hanno vivacizzato le piazze del potere, salutate da dita ed insulti autorevoli. I nostri teppisti sono assai più cattivi, sono terroristi che, secondo il ministro, si mischiano ai manifestanti che, bontà sua, hanno ancora il diritto di protestare per infiammare il clima.
Certo però che se fosse vero, l’Italia sarebbe stata già disintegrata dopo le proteste invisibili, degli avicoltori, agricoltori, professori, pompieri, piloti ed assistenti di volo, medici, metalmeccanici, pastori, pescatori, operatori telefonici, dipendenti del pubblico impiego, attori e registi, giornalisti e scrittori, netturbini, stradini, ferrovieri, tranvieri, inquilini, consumatori (in mutande al mercato), pensionati, cittadini. Non esiste in Italia una categoria che non abbia protestato, che non sia scesa in piazza e sebbene ultimamente ci sia un corteo di manifestanti ogni due giorni, non solo non si incendia nulla, ma nemmeno se ne parla.
Poi l’ha detto anche l’ingegnere: “Grazie alla bossi-fini, l’Italia è al sicuro!” Eh, già!
Ma poi salveranno previti o i Processi?
Prima la finanziaria, a colpi di fiducia e maxi emendamenti.
Per ora si sa solo che si venderanno l’ANAS e l’ipotesi lunardi sul pagamento del pedaggio per ogni strada statale, magari forfettaria, da pagare insieme al bollo auto si avvicina, perché si sa che odore hanno le privatizzazioni in Italia, basta farsi un giro nella storia della società autostrade del signor Benetton per comprendere il pericolo che stiamo correndo.
I processi saranno secondari e poi c’è l’articolo sui recidivi, assai importante, in quanto i taccheggiatori pensionati ed ultra sessantacinquenni beccati in flagranza di reato alla terza vanno in carcere senza nemmeno passare dal via. I criminali? Al governo.
Resta il problema sulla legalità in Italia e non è argomento sul quale scherzare; mi chiedo quale sia il motivo scatenante dell’opposizione strenue di Rutelli nei confronti della candidatura di Rita Borsellino alla carica di Presidente della Regione Sicilia. A me viene il sospetto che in fondo lunari non fosse iol solo a credere che con la mafia si deve convivere, ma se così fosse allora mi pare chiaro che l’Unione non può convivere con Rutelli.
Rita Pani (APOLIDE)

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