9.11.2005

 

Cartolina

E’ come se fosse una cartolina, che arriva qualche giorno prima di me.
Se non avessi scordato il cavetto della macchina fotografica vi avrei postato anche l’immagine, ma non mi resta che proporvi solo il retro, risparmiando sul francobollo.
Di solito mi urta ascoltare i vacanzieri che parlano di Sardegna riferendosi al piccolo covo della cosca invaso di barche e nafta; in questi ultimi giorni, invece, ho capito che è bene così.
Tutto ancora si conserva, nonostante il tentativo dell’uomo di dar sfogo a se stesso.
L’abusivismo edilizio, nonostante i condoni del governo, non ha ulteriormente sfregiato il mio mare e la mia terra, l’acqua è ancora così trasparente da poter vedere i pesci sul fondo…
Ogni tanto il turista si rivela, in un piatto di carta ancorato in fondo al mare o ad una lattina di aranciata che pugnala un angolo di scogliera.
Pare brutto, lo so, e soprattutto contrasta con la proverbiale ospitalità dei sardi, ma io sono giunta alla conclusione che meno gente arriva e più a lungo ci conserveremo così. Oppure si potrebbe “fare” a inviti, o a concorso per esame; un piccolo test per stabilire il grado di civiltà del passante.
E’ triste vedere un bimbo che nudo e felice fa castelli di sabbia intarsiati di cicche di sigarette, è triste raccogliere le conchiglie separandole dai tappi di plastica.
Anche i pescatori non se la passano troppo bene, costretti a gettare le reti sui residuati bellici dei militari invasori.
Ancora un giorno e mezzo e tornerò nel mondo irreale.
Rita Pani (APOLIDE)

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