8.23.2005

 

Parla a cazzo, e sarai protagonista!

L’Unità di oggi ha pubblicato il Manifesto degli scienziati fascisti delle Università italiane che fu pubblicato su Il Giornale d'Italia il 14 luglio 1938. Vi invito a leggerlo, per farvi un’idea precisa di chi stia occupando abusivamente Palazzo Madama e magari capirete che è giunto il momento di intimare lo sfratto a questi criminali.
Come?
Immagino che molti risponderanno, col senso della democrazia, che “abbiamo le urne” mentre io, comunista della sinistra vendicativa, opterei per i forconi e le forche. Ma io non faccio testo, mi chiamo solo Rita Pani, non ho mai girato un film, mai stata valletta ignuda di un programma televisivo e non sono nemmeno una famosa cabarettista prestata alla politica, o una politica prestata al cabaret; oggi il concetto non mi è del tutto chiaro. Veramente mi chiedevo se fossero i comici a non far ridere e fare politica, o i politici a far ridere non facendo politica. Per esempio Giuseppe Caldarola deputato DS, nato a Bari il 9 aprile 1946, padre di due figli, diploma di maturità scientifica. Giornalista (e te pareva!). Già Vice direttore di "Rinascita", direttore di Italia-radio e dell'Unità è un politico, un giornalista, un comico o un cretino?
Ha proposto, a nome e per conto dei DS, di candidare Sharon per il Premio Nobel della pace. Non vorrei osare troppo ma a me pare che sia la quarta, che ho detto.
Oggi riflettevo sull’opportunità di smettere di riflettere sulla politica e dedicarmi a qualcosa di più intelligente e sensato, come il gossip per esempio che ormai è diventata materia anche per gli esami ai concorsi per infermieri, o cronaca spicciola, e poter aspirare finalmente ad essere anche io *giornalista*. L’idea mi è venuta quando ho sentito la cronaca del telegiornale di Sky sul terremoto di Anzio (e non di Roma).
Non potete immaginare che sollievo quando, dopo averlo evocato per tre volte, hanno scongiurato l’arrivo dello tsunami. Io me la figuro la redazione delle news ininterrotte:
“Direttore e mo’ che dico?”
“Bho! Parla a cazzo che tanto va bene uguale!”
E’ bello poi trovare questa nuova figura professionale, in diretta ad ogni costo dal luogo del delitto, dell’incidente, o a consumare suole per “registrare” l’opinione della gente per le vie della città, ai caselli delle autostrade.
Signora ha sentito il terremoto?”
Stavo seduta sulla poltroncina ed ho sentito come l’onda… Me sono affacciata ma nun se vedeva nulla.”
Anche Repubblica (on line) non ha saputo resistere alla tentazione ed ha messo le foto delle verifiche dei danni. La 3, la 6 e la 7 sono emblematiche della nuova linea editoriale delle maggiori testate giornalistiche:
“il parla a cazzo che tanto va bene uguale”.
Un po’ come fu per pianoman, il biondino vestito da blues brother; a suo tempo mi chiesi perché nelle tv passassero le immagini del pianoforte e non di lui che lo suonava, oggi finalmente si scopre che lo suonava a cazzo.
E del nonno da adottare? Ne vogliamo parlare? Ore e ore a frantumarci i … (sto scivolando nella volgarità?) col povero nonno abbandonato, ed ora tutti intenti a raccontare le gesta dell’ottuagenario truffatore, degno di Totò e Peppino.

Concludendo, che saranno mai Enzo Biagi o Giorgio Bocca? Solo due giurassici scribacchini, incapaci di evolversi e stare al passo coi tempi, con le nuove logiche dell’era contemporanea che pian piano ci coinvolgono, e ci aprono nuovi orizzonti:
“Parla a cazzo, e sarai anche tu protagonista… “ Alla campagna hanno già aderito il presidente del consiglio, del senato, della camera, la maggioranza dei deputati e senatori anche di minoranza, i giornalisti, …
Io partecipo, fallo anche tu.
Rita Pani (APOLIDE)

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