8.02.2005
Fa caldo e non ho voglia ...
Il caldo torrido cesserà presto, oggi, forse domani e comunque è da considerarsi preludio di un inverno freddissimo che dovremo prendere come anticipo di un’estate torrida. Lo dicono in TV.
C’è anche una notizia davvero terrificante sul TG com. E’ iniziata l’emergenza incendi. Fortuna che non mi fido dei giornali oppure sarei impazzita a chiedermi cosa fossero quei 1222 (milleduecentoventidue) fuochi che fino al 22 Luglio si erano divorati mezza Sardegna.
Fa caldo anche a Bologna e Prodi invita a ricordare e non odiare. Non è facilissimo ma siamo italiani e ci proveremo anche se, l’odio è stato istituzionalizzato e il ricordo abolito per legge.
Uno dei primi atti del neoeletto sindaco forzidiota di Cinisi fu quello di far rimuovere la lapide in memoria di Peppino Impastato. Il gesto non fu una trovata geniale e quindi venne deprecato persino da destra, così si trovò il modo di gestire meglio l’odio e la negazione del ricordo:
l’ignoto teppista.
Questa nuova figura professionale è colui che si occupa di sfregiare le lapidi in memoria delle stragi di stato o di mafia (quasi la stessa cosa) in prossimità delle date delle commemorazioni; avvenne per quella del Giudice Paolo Borsellino, imbrattata dal teppista, e ieri a Imola per quella della Strage di Bologna, spezzata e riposta a testa in giù, da ignoti teppisti.
Fa strano pensare che i rappresentanti dello Stato non presenzino alle commemorazioni di Stato. Guardando il palco di Bologna si resta allibiti: com’è che partecipano le opposizioni? Il governo manda il suo vicepremier “tremonti” ed insieme i cecchini appollaiati sui tetti. Deve pur esserci un motivo! E a me torna in mente che dietro alla strage di Bologna c’era la P2.
Se non fosse così caldo oggi, potrei anche mettermi a congetturare sul fatto incongruente che oggi la P2 è al governo, ma non ho voglia e quindi non lo farò.
Avrei anche pensato di parlarvi dell’ex reato di millantato credito, ovvero quello che puniva chi si faceva passare per quel che non era. Una volta si diceva “fatta la legge trovato l’inganno” oggi per decreto del parlamento si dovrebbe variare anche il detto popolare e tramutarlo in “siccome vi inganno mi faccio la legge”.
Questo governo è riuscito a mettere un elettricista di Biella, soprannominato “il valvola” e falso ingegnere, a capo dell' ENEA. Nulla di strano, se non fosse che un elettricista, licenziando un premio Nobel gli avesse anche dato dell’incompetente. Troverete l’articolo a firma di Gian Antonio Stella qui, e se vorrete potrete leggerlo.
Io ho caldo, non ho voglia.
Per fortuna non è tutto poi così pessimo in Italia, finalmente un po’ di riconoscimenti anche dalla stampa estera. Il Financial Time, per esempio, da sempre occupato a ridere degli italiani berlusconizzati, a fare i conti intasca al ricco malfattore di governo, finalmente riporta un po’ d’onore al popolo italico: le italiane sono quelle che indossano meglio il perizoma.
C’è anche una notizia davvero terrificante sul TG com. E’ iniziata l’emergenza incendi. Fortuna che non mi fido dei giornali oppure sarei impazzita a chiedermi cosa fossero quei 1222 (milleduecentoventidue) fuochi che fino al 22 Luglio si erano divorati mezza Sardegna.
Fa caldo anche a Bologna e Prodi invita a ricordare e non odiare. Non è facilissimo ma siamo italiani e ci proveremo anche se, l’odio è stato istituzionalizzato e il ricordo abolito per legge.
Uno dei primi atti del neoeletto sindaco forzidiota di Cinisi fu quello di far rimuovere la lapide in memoria di Peppino Impastato. Il gesto non fu una trovata geniale e quindi venne deprecato persino da destra, così si trovò il modo di gestire meglio l’odio e la negazione del ricordo:
l’ignoto teppista.
Questa nuova figura professionale è colui che si occupa di sfregiare le lapidi in memoria delle stragi di stato o di mafia (quasi la stessa cosa) in prossimità delle date delle commemorazioni; avvenne per quella del Giudice Paolo Borsellino, imbrattata dal teppista, e ieri a Imola per quella della Strage di Bologna, spezzata e riposta a testa in giù, da ignoti teppisti.
Fa strano pensare che i rappresentanti dello Stato non presenzino alle commemorazioni di Stato. Guardando il palco di Bologna si resta allibiti: com’è che partecipano le opposizioni? Il governo manda il suo vicepremier “tremonti” ed insieme i cecchini appollaiati sui tetti. Deve pur esserci un motivo! E a me torna in mente che dietro alla strage di Bologna c’era la P2.
Se non fosse così caldo oggi, potrei anche mettermi a congetturare sul fatto incongruente che oggi la P2 è al governo, ma non ho voglia e quindi non lo farò.
Avrei anche pensato di parlarvi dell’ex reato di millantato credito, ovvero quello che puniva chi si faceva passare per quel che non era. Una volta si diceva “fatta la legge trovato l’inganno” oggi per decreto del parlamento si dovrebbe variare anche il detto popolare e tramutarlo in “siccome vi inganno mi faccio la legge”.
Questo governo è riuscito a mettere un elettricista di Biella, soprannominato “il valvola” e falso ingegnere, a capo dell' ENEA. Nulla di strano, se non fosse che un elettricista, licenziando un premio Nobel gli avesse anche dato dell’incompetente. Troverete l’articolo a firma di Gian Antonio Stella qui, e se vorrete potrete leggerlo.
Io ho caldo, non ho voglia.
Per fortuna non è tutto poi così pessimo in Italia, finalmente un po’ di riconoscimenti anche dalla stampa estera. Il Financial Time, per esempio, da sempre occupato a ridere degli italiani berlusconizzati, a fare i conti intasca al ricco malfattore di governo, finalmente riporta un po’ d’onore al popolo italico: le italiane sono quelle che indossano meglio il perizoma.
Una notizia che non poteva essere lasciata passare così, senza scomodare esperti del settore e liberi pensatori come Valeria Marini, per esempio che, con un moto di patriottismo insospettato dichiara “Può darsi che da noi circolino fondoschiena più belli di quelli carioca, ma quel che è certo è che le italiane sanno portare il tanga molto bene".
Ed ora mi avvilisco, perché io sono APOLIDE. Un’occasione persa.
Rita Pani
Ed ora mi avvilisco, perché io sono APOLIDE. Un’occasione persa.
Rita Pani