7.26.2005

 

Venerdì, 22 Luglio 2005: Stazione Termini Roma

Su un treno regionale che deve partire entro una mezz’ora, una ragazza va dal capotreno per segnalare uno zaino abbandonato su un sedile sull’ultimo vagone; non trovando il capotreno si rivolge al macchinista... “Non sarà niente, ma sà, di questi tempi...” L’uomo chiama immediatamente il capotreno che cerca di contattare la Polfer, ma non ha i numeri. Dopo un po’ il macchinista suggerisce di provare a chiamarne due che detta lentamente, ma non risponde nessuno.
Intanto i minuti scorrono e le persone prendono posto sul treno e lo zaino sta sempre abbandonato sul sedile. Il capotreno allora, non demorde e chiama la sala operativa o gli uffici: “Mi dai il numero della Polfer? C’è uno zaino sul treno.” Così dopo una decina di minuti si riesce a far scattare “l’allarme bomba”. Arriva la Polfer, sale sul treno, apre lo zaino e ne deduce che è stato dimenticato da un viaggiatore distratto.

Non è un pezzo di cabaret, è la realtà delle cose. A poche ore dal decreto Pisanu, che stabilisce nuove norme di sicurezza incrementando la caccia all’islamico e potenziando il controllo di polizia agli obbiettivi sensibili, in primis le loro case e ville, questo è quello che accade e la sensazione che resta è quella di essere destinati al macello.
Fa strano pensare con logica al “terrorismo” così come ci stiamo abituando a vederlo anche perchè l’unica realtà che nessun organo di propaganda potrà mai sovvertire è che a morire saranno sempre gli innocenti che vanno a lavoro, che vanno in vacanza o che semplicemente vivono una vita normale.
Che lo si voglia ammettere oppure no, l’unica causa certa di queste stragi deriva dalla strage infinita perpetrata in nome della democrazia e della libertà, non richiesta, che ci si è arrogati il diritto di esportare, in nome di Dio, occupando, distruggendo e depredando l’Iraq.
I morti freschi, e soprattutto europei, cancellano dalla memoria collettiva i bambini dilaniati al mercato di Baghdad dalle bombe americane, che nessuno osa chiamare atto terroristico, ma al massimo effetto collaterale e soprattutto, questi nuovi morti tendono a garantire l’impunità per ogni atto barbarico che ne seguirà, come per esempio riuscire ad uccidere “per errore” una persona innocente con otto proiettili in testa. Le nuove regole impongono semplicemente delle scuse formali ed una certezza: la polizia inglese continuerà a sparare alla testa.
In Italia va pure peggio. Si litiga su Shenghen, e si discute sull’opportunità o meno di “dialogare” con l’Islam “moderato” si proteggono i papaveri e non ci si cura nemmeno in una ventina di minuti “sospetti” di far scendere da un treno le persone che, ignare attendono di partire.
Intanto sui giornali e su Internet ci si sbizzarrisce in ogni modo; si va dalla pubblicazione dei proclami che avvisano della prossima strage di Roma al totostrage, ognuno è autorizzato a prevedere una data e un luogo e soprattutto prende sempre più piede la disgustosa partecipazione del cronista per caso, prontissimo ad inviare foto e filmati dai luoghi degli attacchi, meglio se ancora in fiamme riducendo il problema ad un mero gossip estivo.
Le interviste degli inviati agli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, dopo i tragici fatti di Sharm el Sheik hanno fatto il resto: emblematico l’uomo che nella disgrazia si è dichiarato fortunato “Sono dovuto rientrare soltanto un giorno prima, la mia vacanza finiva domani” o la signora che è partita Domenica perchè avrebbe saputo di un eventuale rimborso soltanto Lunedì.
E poi ci sono i vip, come per lo tsunami, felici di raccontare d’averla scampata, di come correvano, che meriteranno sicuramente la copertina di Novella 2000 non per essersi rifatte le tette o per essersi rifatte il bagnino, ma per essere state, appunto, miracolate.
E nessuno deve cedere ai terroristi, nemmeno l’Inter di Moratti che ha rischiato l’incidente diplomatico dichiarando di non voler andare a giocare in Inghilterra, e nemmeno la Farnesina che ha invitato i turisti italiani a non andare a Sharm el Sheik.
S’è udita solo qualche flebile voce sensata provenire –finalmente- da sinistra: l’Italia ritiri le truppe dall’Iraq e smetta così d’esser complice di queste stragi infinite.
Rita Pani (APOLIDE)

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