7.21.2005

 

La legge NON è uguale per tutti

Sono obbligata a chiedere scusa, e lo faccio volentieri. Devo scusarmi con gli italiani. Mi dolevo dell’assenza del popolo italiano sulle strade e sulle piazze, a protestare contro le ingiustizie, ma evidentemente mi sbagliavo.
Accusavo il popolo d’esser diventato un gregge succube ed ignorante, privo di personalità ed orgoglio.
Mi sbagliavo e chiedo venia.
Ci sono ancora migliaia di persone reattive, pronte a far valere i propri diritti, pronti a rivendicare dignità, che non si ferma per il caldo torrido o i temporali improvvisi ma occupa piazze e strade e proprio in giornate simbolo come queste di Luglio che quattro anni fa videro morire assassinato Carlo Giuliani.
Bandiere rosso scuro hanno invaso le strade e le piazze di Torino, e i tifosi del Toro chiedono a gran voce la promozione in serie A nonostante le sanzioni per illeciti amminitrativi e dopo che il ministro del welfare (lavoro) ha sponsorizzato la riammissione della squadra del Napoli in serie B nonostante sia a livelli fallimentari come il Toro, mettendo a tacere così, le voci di razzismo nei confronti dei meridionali.
Ora, non è importante che con la riforma della giustizia si sia posto in essere l’ultimo diktat del Piano di Rinascita della loggia P2 di Licio Gelli, non è importante la paralisi del sistema giudiziario italiano già fortemente handicappato, nemmeno è importante avere un parlamento al servizio delle cosche mafiose e di governo (che poi è la stessa cosa) che legiferano pro domo sua. Sono cose sulle quali possiamo e dobbiamo transigere, ma guai a chi osa toccare il pallone. Questo è davvero inacettabile persino nella città della FIAT.

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«È utopistico continuare a pensare che si possa essere tutti uguali davanti alla legge come prevede la Costituzione scritta nel ’48: allora non c’erano l’immigrazione e il terrorismo». Carlo Giovanardi, ministro dei rapporti col Parlamento, 19 luglio

«Davanti a Dio tutti gli uomini sono uguali ed Egli li ama tutti allo stesso modo ... »
Gesù, circa duemila anni fa.

Lo so, non è del tutto azzeccato come paragone, in fondo esiste la legge divina e quella degli uomini e personalmente non confido né in una né nell’altra, ma mi piace questa vicinanza di pensiero di un ministro contemporaneo e un comunista con i capelli lunghi (sarà stato anche drogato?) di duemila anni fa.
Come pensare di essere tutti uguali davanti alla legge? Nel 48 non c’era il falso in bilancio e probabilmente non c’era nemmeno la corruzione dei giudici che avvenne solo qualche anno dopo, quando in Italia si insabbiarono i procedimenti per le varie stragi compiute dai criminali di guerra fascisti e nazisti.
In effetti oggi non è assolutamente equiparabile un berlusconi che fa il presidente del consiglio e riesce a far prescrivere una mezza dozzina di procedimenti legali a suo carico, con Abdul mio fornitore ufficiale di CD taroccati e calzini di spugna che rischia la galera ogni giorno davanti al supermercato. Le differenze sono notevoli.
E nel 48 non c’era il terrorismo. Era già finito. Le fosse Ardeatine, per esempio erano state qualche anno prima, ed uno dei responsabili ha vissuto felicemente mezzo secolo in Argentina prima di venire finalmente processato e condannato.
Ed ancora torno al principio. Non è vero che l’italiano non protesta più.
C’era chi voleva farlo per protestare contro la detenzione di Priebke ma al solito un groppuscolo di comunisti lo ha proibito...
A proposito di civiltà e società civile ... C’è anche un sito internet (non collego direttamente per incompatibilità gastrointestinale) nel quale volendo potrete richiedere la biografia e .... piebke.it.
Rita Pani (APOLIDE)

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