3.20.2005

 

C’è bisogno di voti.

Bisogna rastrellarli, scucirli, succhiarli e rubarli. C’è bisogno di voti per far reggere ancora la testa sul collo del prescritto di Arcore e allora si da fondo alla creatività.
Le città sono invase dai manifesti insulsi che ti promettono qualunque cosa o che spudoratamente mentono, “Abbiamo mantenuto tutti gli impegni”, col cuore, con la chiocciola, tutti freschi di colla a ricoprire (nel Lazio) i pochi di Marrazzo o dell’Ulivo che ancora restano, stoicamente appiccicati solo per un lembo.
Le cassette della posta straripano di facce incolori e tutte uguali, che puntualmente finiscono per sporcare i cortili e le strade, ignorati o calpestati.
C’è bisogno di voti ed allora si arriva persino a violare i computer dell’anagrafe del comune di Roma, si tendono trappole per abbattere un avversario, si inaugurano bretelle, si partecipa a raccolte fondi per le orsoline scalze, le carmelitane con gli stivali, il presidente della Regione (Governatore per chi legge da destra) è presente anche alla raccolta rifiuti speciali, al battesimo del volo del piccolo Giannino Giannini, assecondato da un telegiornale regionale che si rivolge a Marrazzo, quando può, senza citarne il nome, ma chiamandolo semplicemente “il candidato dell’opposizione alle regionali.”
C’è così bisogno di voti che ci si può permettere il lusso della “signora Bugia” la madre di tutte le Bugie. “A Settembre ritireremo le truppe”.
Ma il pinocchio di Arcore sta volta non ha fatto i conti col gatto inglese e la volpe americana ed allora? Allora annuncia che non andrà a riferire in Parlamento, perchè non ha nulla da dire.
Già. Al pregiudicato prescritto il Parlamento provoca crisi claustrofobiche.
C’è bisogno di voti ed allora le minacce di dimissioni fioccano dalla Padania, la sede staccata di questa Italia violata, ma il bluff dura poco, solo il tempo di premere il tastino del freezer per il surgelamento veloce. Ecco. “Dimissioni di calderoli, congelate” da servire al popolo Padano come fresche di giornata nel caso in cui il ricatto non abbia buon fine.
C’è bisogno di voti ed allora si rimesta la merda del regime.
Non resta che attendere di sapere se, il popolo, quello che sciopera un giorno sì e uno no, quello che ha iniziato a tagliare sull’alimentazione, quello che non si può curare se malato, il popolo del senza lavoro, il popolo annoiato da reality show, canzonette, pacchi, e speranze milionarie ha deciso di ribellarsi e rivendicare la propria dignità.
Rita Pani (APOLIDE)

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