1.19.2005

 

Cuffaro in TV

Detesto citarmi o dover dire “Io l’avevo detto!” Ma, io l’avevo detto. Attendevo la smentita a proposito di miseria, terrore e morte, ed è arrivata! Stavolta non si è frainteso e nemmeno non si è capito, peggio, è stato calunniato dalla solita stampa comunista, miserabile e terrorista.
Se fossimo stati in un paese normale, avremmo ricevuto anche la smentita di Totò, no, non Riina, Cuffaro, ma così non è stato, anzi, la bella faccia della mafia è stata ospite dei teleschermi d iRAI 3 per ben due volte, ieri.
La prima a Blob dove un allora giovane piciotto, ospite della memorabile staffetta televisiva, tra Santoro e Costanzo, inveiva contro il giornalismo mafioso al quale aveva assistito, accusando l’allora vivo Giudice Giovanni Falcone d’essere corrotto, e manipolatore di pentiti.
Il giovane cuffaro, difendeva, con la bava alla bocca, tutta la classe dirigente politica della buona democrazia cristiana dell’epoca, e soprattutto l’ex ministro Mannino, poi condannato a 5 anni e 4 mesi per associazione mafiosa.
La seconda apparizione è stata a Primo Piano, dove un Cuffaro di Forza Italia, vestito con la camicia celeste di Forza Italia, occhiali alla moda di Forza Italia, rivendicava e pretendeva una corretta informazione sulle condizioni della sua (ed immagino davvero solo sua e non dei siciliani) Sicilia.
Non siamo in un paese normale (ed è per questo che io sono apolide) perchè non basterebbe che oggi Cuffaro smentisse le sue stesse affermazioni; ci vorrebbe molto di più, per esempio la totale sconfessione da parte della dirigenza del partito che lo ha candidato, ci vorrebbero le sue dimissioni dal momento che è stato rinviato a giudizio per associazione mafiosa, e davvero non si sente il bisogno che i giornalisti Vergara e Masotti prestino la loro opera per favorire la propaganda della mafia, anche perchè, se non erro, dovrebbe essere un reato.
Già ma è difficile oggi in Italia stabilire cosa sia *normale* e cosa non lo sia, perchè ragionando un po’ se l’Italia fosse stato un paese normale, molta gente non avrebbe nemmeno potuto avvicinarsi ad un seggio elettorale, invece ha potuto candidarsi e persino vincere le elezioni, diventare senatore o *governatore* essere condannato a 9 anni di galera ed essere ancora senatore ed eurodeputato.
Se solo l’Italia (la Sicilia in questo caso) avesse avuto memoria, al momento della X sulla scheda elettorale, avrebbe ricordato un grasso giovane, sudato e sbavante, che una decina di anni prima con un microfono in mano dava dell’infame a Giovanni Falcone, dei mafiosi ai giornalisti, al fratello di Peppino Impastato.
Ma non viviamo in una pese normale.
Rita Pani (APOLIDE)


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