12.16.2004

 
WWW.CENTOMOVIMENTI.COM - 16 DICEMBRE 2004
Berlusconi contro Ricca, atto terzo
REDAZIONE
Vi ricordo che venerdì 17 dicembre si svolgerà a Milano la terza udienza del processo del secolo. A fine lettura fate scongiuri. State pensando al solito, noiosissimo maxiprocesso contro mafia, P2, stragi di Stato e corruzione? Macché: parlo del processone per ingiuria che il Liftato ha promosso nei miei confronti, per la nota contestazione del 5 maggio 2003 al Tribunale di Milano. Il Granduomo lamentava pure l'offesa alle Istituzioni con le quali evidentemente si identifica, ma gli è andata male: il Giudice di pace Lidio Morone nella prima udienza ha infatti escluso l'Avvocatura dello Stato (rappresentata dal signor Michele Damiani: se qualcuno lo conosce melo saluti caramente!) dalla costituzione di parte civile. Su questa ridicola pretesa, formalizzata su carta intestata di Palazzo Chigi con tanto di delega del sottosegretario Gianni Letta - quello presentabile! - e relativa richiesta di 50.000 euro (cinquantamila!) per il danno inferto alla Presidenza del Consiglio, ritornerò a processo finito con interventi in tutte le sedi possibili, dal bar sotto casa all'Onu. Non si deve mai più ripetere un fatterello di questo tipo. Cioè che un editore dominante, diventato pure presidente del Consiglio dei Ministri, accusi un suo contestatore di "offesa alle istituzioni" (Bari, 13 maggio2003) e prima ancora, ve lo ricordo, di "agguato mediatico studiato, preparato con il tg3" (Radio anch'io, 7 maggio 2003). Resta l'accusa di ingiuria aggravata (art. 594 codice penale), dalla quale mi difenderò come fanno le persone serie: esercitando i miei diritti espiegando le mie ragioni. Tutto il resto è - posso dirlo? - volgarissimabuffoneria. Nell'udienza di venerdì 17 si visionerà la registrazione della contestazione, come risulta dalla videocassetta fornita dalla Rai. Una cosa divertente, questa: offeso dalle mie proditorie e ingiuriose parole, il Grande Comunicatore ha fatto in modo, con la sua reazione scomposta, strumentale e vittimisticamente aggressiva, di amplificare a dismisura la notizia, fino alla visione in un'aula di Giustizia del gustoso siparietto di quel corridoio di Tribunale.Vedendo il girato, oltretutto, si potrà assaporare un elemento inedito: durante la mia contestazione, quando il nuovo Napoleone già piduista, ripetutamente e con nervosismo crescente, ordinava ai carabinieri la mia identificazione, si nota che una guardia del corpo lo prende sottobraccio e gli dice: "presidente andiamo via!", mentre un altro assistente intima ai carabinieri: "Avete capito o no? Prendete le generalità di quello lì!". Cioè: uno cerca di salvare il "presidente" dall'ennesima gaffe, l'altro ordina alla forza pubblica di identificare un dissidente. Bello no? Se la nuova trascrizione - depositata dal consulente tecnico ufficiale Claudio Cuomo - corrisponderà esattamente al testo del mio urlo non ci sarà bisogno di testimoni, e dunque si potrà procedere all'esame dell'imputato, che sarei io. Già che ci siamo vi ricordo il testo esatto del mio intervento: "Fatti processare Buffone! (o Puffone, si vedrà) Rispetta la Legge! Rispetta la Costituzione! Rispetta la Democrazia! Rispetta la dignità degli italiani! Rispetta la democrazia o farai la fine di Ceausescu o di Don Rodrigo! Rispetta la democrazia! Tre distinti concetti, lo smascheramento di un prepotente, due anni di polemiche, ispettori al tg3, strascichi giudiziari, l'accusa di offesa alle istituzioni, la sensazione di aver espresso l'indignazione di milionidi persone, la necessità di tollerare con un sorriso i gratuiti veleni e le cialtronesche menzogne di troppi picchiatori del giornalismo e della politica, un ministro che ti dice "violento fascista" (C. Giovanardi,Telelombardia, 5 maggio sera), altri che ti individuano come "l'ignobile portavoce della banda dei giustizialisti mozzaorecchi" (G. Ferrara, IlFoglio, 6 maggio) .Tutto per effetto di 50 secondi di parola libera. Forse anche da questa storiella si può capire che cosa sia un regime mediatico. O no? Ho accettato volentieri di rispondere alle domande delle parti e del Giudice, cosa che, tanto per dire, il cosiddetto premier - pur rivestendo un ruolo che dovrebbe richiamarlo a un superiore dovere di responsabilitàe trasparenza - non ha mai fatto nei vari processini in cui l'ha scampata con la prescrizione, limitandosi alle sincere e spontaneissime "deposizioni", più una decina di leggi su misura. Il concetto che illustrerò al Giudice è il seguente: non avevo e non ho il diritto di criticare quel tipo, ma il dovere, per il semplice motivo che gli scandali non sono opinioni. E in una Democrazia ogni cittadino è il custode delle Leggi. Con tutta probabilità, dopo aver visionato la video-cassetta e udito il mio delirio, il Giudice rinvierà a una quarta e finale udienza la discussione, ovvero gli interventi del Pubblico Ministero e dei miei Avvocati, Umberto Ambrosoli e Beniamino Ricca. Mi preparerò per quella data come si conviene: comunque vada, la sera dell'udienza finale faremo una grande festa. La Banda della Bandana merita pernacchie, non il nostro malumore. Credetemi: Sono innocente! Lo giuro sulla testa di Bondi Gasparri e Brunetta. Mi raccomando: fate girare questo messaggio e accorrete numerosi! A chi verrà farò omaggio di un papiro di carta riciclata con la trascrizione della voce Buffone, tratta dal Grande Dizionario Utet. Ora tra l'altro capisco il motivo per il quale mio padre in anni lontani collezionava quei volumoni: per mettermi in condizione di difendere, un giorno, la mia libertà di espressione. Non risulta che abbiano ancora inviato ispettori alla Utet. Per fortuna avolte si distraggono. L'appuntamento è presso la sede del Giudice di pace di Milano, in via Francesco Sforza, alle ore 9,00 di venerdì 17 dicembre. Ora fate corna e incrociate le dita, non si sa mai. Un cordiale saluto, soprattutto a chi la pensa diversamente da me

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