11.03.2004

 

Una inutile notte a stelle e strisce

Avete provato a fare un po’ di zapping ieri sera? Ho trovato divertente saltellare di canale in canale col mio telecomando, altro che *faziosi* programmini di minuscola satira!
C’erano proprio tutti, divisi in parti uguali tra i vari zelig di turno.
Famiglie intere spezzate dal dovere d’opinione; se il marito stava in uno studio, la moglie stava in un altro. C’era persino Renzo Arbore il foggiamericanapoletano stranamente proprietario d’opinione, ma solo per l’occasione.
Le mappe rosse e blu, i collegamenti via satellite a rastrellare la miriade di cazzate a volte narrate con quel ridicolo accento alla Stan Laurel; la cravatta rosso blu di Rossella (non O’Hara) rigorosamente collegato via satellite dall’America...
Ore e ore di chiacchiere ed analisi. Vince bush, vince Kerry, ma è probabile che vinca bush, anche se è probabile che vinca Kerry; mi dicono che Kerry è in vantaggio! Mi dicono che bush è in vantaggio! Ora però è quasi certo che è bush il presidente! Ora è quasi cherto l’esatto contrario. Herry vince ma anche no. Bush vince ma forse no.
E ad ogni affermazione, smentita, affermazione via all’analisi politica, sociale, economica... Bertinotti da una parte, Veltroni dall’altra, ed avevamo appena mandato a casa D’Alema che dibatteva con quell’idiota di tremonti.
Tra un’ora, forse due –annuncia Mentana- sapremo finalmente se ha vinto Kerry oppure bush.
Tra qualche giorno, sapremo se ha vinto bush oppure Kerry.
Ed una valanga di opinioni a confermare se stesse, per poi smentirsi. Bandierine a stelle e strisce, cravatte rosse e blu. Nero lungo per le signore americane, e l’ambasciatore, e Bertinotti che riesce finalmente ad infilare le parole lavoratori e salari, ma non riesce proprio a pronunciare Ohio.
Siamo davvero sicuri che il popolo italiano stesse in ansia, ed avesse bisogno di questa frantumazione testicolare?
Probabilmente sì.
Sarebbe stato imbarazzante restare chiusi nei nostri confini, ieri sera. Provate ad immaginare che serata disgraziata se i salotti televisivi avessero aperto alle *cose nostre*.
Che squallore sarebbe stato ritornar con la coda tra le gambe a parlare di mafia e di Cuffaro, costretto alle dimissioni per un rinvio a giudizio, per aver favorito le cosche siciliane.
Che tristezza farsi interrompere dall’orribile campanello della porta di vespa mentre qualcuno (uno a caso) provava a spiegarci la demolition della *giustizia* passata ieri in Senato con l’imbarazzante novità dei test psico-attitudinali ai quali, i futuri magistrati, saranno condannati.
E quanti sbadigli se qualcuno – colto da raptus – avesse magari perso del tempo per parlare di censura, liste di proscrizione, giornalisti RAI intimiditi dall’invito del presidente alla delazione....
Ci sarebbe forse potuta stare un’altra puntata del reality sul “Il Bambino di Cogne”, col serial regista del caso Telecom Serbia che utilizza lo stesso modus operandi per mischiare le prove su un mostruoso caso di infanticidio; ospiti in studio il padre perplesso che dichiara di quanto vergognoso sia essere italiano (già!), colto da amnesia scorda che la moglie è stata condannata a 30 anni. Nella poltrona accanto, anzichè in carcere, la madre/assassina/condannata in primo grado (30 anni)....
Ma siamo italiani, ed era fondamentale sprecare tanti mezzi, soldi, ed energie per farci sapere che forse tra qualche giorno sapremo se ha vinto Kerry oppure Bush e che tra un mese, forse, ci accorgeremo che non è cambiato nulla.
Rita Pani (APOLIDE)

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