11.30.2004

 

Paese ingrato.

Che paese ingrato!Abbiamo un benefattore come presidente del consiglio che abbassa le tasse, eppure mentre scrivo e piove la gente sta per strada a manifestare contro.Strano paese davvero.L’ISTAT ci ha appena detto che l’inflazione è ferma a livelli così bassi che non si vedevano da quando mio papà aveva i calzoni corti, la percentuale dei disoccupati non era stata mai così bassa da quando il presidente del consiglio aveva i capelli, eppure milioni (centinaia per la questura) di persone sfidano le intemperie per protestare.Paese assurdo.Confindustria si schiera con i sindacati. Questo forse è il vero “miracolo italiano”. Penso non fosse mai successo prima.Ma che lo scrivo a fare? Ho il legittimo sospetto che persino l’ultimo degli elettori di FI ormai voglia punire violentemente la mano che appose quella dannata X, anche se non ammetterà mai di averlo fatto.C’è un naturale bisogno di addomesticare i numeri; arriva Natale e con questo non la nascita di Nostro Signore, ma la tredicesima, e bisogna invogliare a spenderla, quindi si tenta di propagandare un po’ di fiducia ed un po’ di sano ottimismo sullo stile del compianto “Gianni”.Sul taglio delle tasse tutto è stato già ampiamente detto, è inutile proseguire anche se sarebbe divertente sapere perchè all’interno del governo creativo si sia arrivati persino a prospettare la vendita di Palazzo Chigi, e soprattutto, personalmente, mi sarebbe piaciuto sapere chi l’avrebbe comprato.La verità è che stiamo andando a passi spediti verso la bancarotta (fraudolenta) e sarà davvero difficile venirne fuori con le ossa ancora intere.E’ patetico come di fronte ai lavoratori in piazza un governo risponda “L’opposizione e i sindacati non vogliono il taglio delle tasse”, e quindi il tutto si riduca ad una sorta di azione anti berlusconiana, anzichè la protesta di chi difende il diritto al lavoro e quindi alla sopravvivenza.In ultimo è patetico proclamare uno sciopero generale di 4 ore. Devo ripetermi, l’Italia ha bisogno di una vera azione di contrasto che obblighi questa maggioranza alle dimissioni, ma soprattutto ha bisogno di una politica reale per la ricostruzione e la ripresa dello sviluppo.Ma come possiamo se ancora non sappiamo nemmeno come ci chiamiamo?
Rita Pani (APOLIDE)

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