9.29.2004

 

Teulada, un mare di solidarietà

Cari amici,
lancio un appello in sostegno della lotta dei pescatori di Teulada che, dal mese di NOVEMBRE 2003 stanno uscendo con le loro barche per opporsi alle forze armate che si esercitano sul loro mare - Ogni volta che il tempo lo permette, i pescatori si mettono coraggiosamente fra chi spara e i bersagli.
A volte sono anche stati oggetto di alcuni colpi che gli eroici militari che giocano alla guerra hanno indirizzato verso di loro. Questa giusta lotta è colpevolmente trascurata dai media. Se ne sa poco. E poco se ne vuol sapere. Non esagero se affermo che la situazione in Sardegna è davvero drammatica ed acquista risvolti ancora più toccanti nella lotta di pochi pescatori teuladini contro il colosso NATO/USA. Stiamo assistendo infatti ad un abusivo ed arrogante ampliamento della base nucleare statunitense di La Maddalena, ad un estendersi preoccupante di casi di leucemia e tumori nell'area del Salto di Quirra. Nell'isola il demanio militare permanentemente impegnato ammonta a 24.000 ettari; in tutta la penisola italiana raggiunge i 16.000 ettari. A questa cifra vanno sommati i 12.000 ettari gravati da servitù militare. Gli spazi aerei e marittimi sottoposti a schiavitù militare sono di fatto incommensurabili, solo uno degli immensi tratti di mare annessi al poligono Salto di Quirra con i suoi 2.840.000 ettari supera la superficie dell'intera isola (kmq 23.821). Pochi e sporadici sono i pronunciamenti da parte degli artisti e intellettuali (sardi e non) a confermare la disinformazione o, peggio, che la sfera del pensiero e dell'arte debba e voglia agire ad una tranquillizzante distanza dai drammi del quotidiano. Vi chiedo calorosamente di smentire questa affermazione sottoscrivendo questo primo appello.
La fiducia nella vostra sensibilità e intelligenza mi spinge a sperare ancora.
DOMANI, LUNEDì 27, RIPRENDONO LE ESERCITAZIONI NEL POLIGONO DI C. TEULADA.
I pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi hanno annunciato pubblicamente che bloccheranno le manovre di guerra entrando con le loro barche nelle acque interdettecome riporta la Nuova Sardegna di oggi, la richiesta è: "Diritto al lavoro in sicurezza".
IL GROSSO DELLA MOBILITAZIONE è PREVISTO DAL 4/22 OTTOBRE IN CONCOMITANZA CON UN'IMPONENTE ESERCITAZIONE NATO-6° FLOTTA USA. I pescatori esigono di svolgere la loro attività nell'immensa zona a mare interdetta, l'unica accessibile alle loro piccole imbarcazioni, e "pretendono" che l'area, come impongono leggi e regolamenti delle FFAA, sia bonificata, ripulita dall'accumulo di ordigni bellici esplosi e inesplosi. Per poter ripulire il tratto di mare sottoposto da 50 anni a schiavitù militare e mai bonificato, a detta di alcuni militari, bisognerebbe sospendere tutte le attività del poligono per circa 15 anni. Un ammiraglio ha valutato "a occhio" i costi dell'operazione e ha affermato (..rifiutando che fosse messo a verbale) che per la Difesa sarebbe economicamente più conveniente regalare una villetta in Tunisia a tutti i teuladini accollandosi anche le spese di trasferimento. La lotta per riappropriarsi delle aree off limits "minaccia" di estendersi agli altri poligoni: le marinerie di Arbatax (poligono Salto di Quirra) sono in stato di agitazione.
L'Unione sarda di oggi riporta in buona evidenza in pagine di Oristano: "I pescatori: occupiamo Capo Frasca. Fronte comune per rilanciare la vertenza servitù militari" .
Vi chiedo di far circolare questo messaggio e di inviare la vostra solidarietà ai seguenti indirizzi:
cooperativa pescatori: coopsgiuseppe@interfree.it
Comitato Sardo GETTIAMO LE BASI: caomar@tiscali.ite,
per conoscenza, anche a me: Alberto Masala <mailto:nad3824@iperbole.bologna.it>

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