8.27.2004

 

Non sarà un Eroe.

Da ieri notte, appena appresa la notizia dell’uccisione di Enzo Baldoni ho letto molto. Parole di dolore, affetto e stima; parole che nascondevano ingiurie, calunniose; non ho letto la classica parola:
EROE.
Non poteva esserlo, non aveva con se un mitra, nessuno strumento atto all’esportazione della democrazia, nessun tesserino d’appartenenza a Servizi. Solo quella croce rossa sulla schiena ed un paio di tesserini da giornalista.

Oggi, se solo ne avessi voglia, sono certa che potrei leggerne delle altre, assai più condite da balsamico cordoglio profuso generosamente, ma non lo farò.

Ho notato solo come si possa tentare di insinuare il germe del sospetto, attraverso le parole più o meno autorevoli del Tgcom che altro non è che una diramazione del TG5 la cui direzione è affidata a Liguori. C’è un articolo che finge di parlare dell’attività pacifista di Baldoni, del suo modo di voler conoscere, sapere e raccontare. Sì, finge ...
Fino a ieri notte l’articolo si concludeva con questa squallida frase “Ribelli che ora, in Iraq, non hanno esitato ad ucciderlo barbaramente per un'unica colpa, quella di essere italiano: quando si dice la riconoscienza...” (Per fortuna l’avevo copiata)
Stamattina un semplice edit del testo, miracolosamente ripulisce lo squallore:
Ribelli che ora, in Iraq, non hanno esitato ad ucciderlo barbaramente per un'unica colpa, quella di essere italiano: un contrappasso che gli è costato la vita.

Libero (?) l’altro giorno scriveva che Baldoni aveva avuto la vacanza che auspicava... Oggi fortunatamente si limita a ricordare che Baldoni era un battezzato... (sic!)

Potrei continuare, c’è stato addirittura chi ventilava l’ipotesi del finto rapimento a scopi pubblicitari... Ma mi fermo perchè ho talmente tanto schifo che dovrei finire per farmi il maalox per endovena, e non voglio cadere nel tranello dello scrivere tanto per...

E qualunque cosa io scrivessi ora, mi parrebbe inutile, già detta, già sentita, da rasentare la noia.

Non si può davvero pensare che si possa democratizzare un popolo sterminandone gran parte, non si può nemmeno nascondersi dietro agli errori, anche italiani, che fanno esplodere un’ambulanza uccidendo donne e bambini mai nati.

La guerra è guerra. La guerra semina morte, distruzione, povertà e odio.
L’Italia è in pericolo (e non il suo ridicolo premier) perchè non solo continua ad occupare l’Iraq, ma perchè fomenta l’odio. Ma di questo nessuno si accorge...O almeno si finge.
Rita Pani (APOLIDE)


Comments: Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?