7.18.2004

 

Mare

Riccardo Orioles
Mare. Io non ho mai avuto una portaerei, il presidente Ciampi nemmeno, pero' a differenza di me lui non ne puo' fare a meno (da piccolo andava al varo degli incrociatori), cosi' ora gli stanno facendo una portaerei, si chiamera' Cavour e rendera' impossibile a qualunque nemico uno sbarco improvviso a Rimini o a Milazzo (la tattica moderna prevede che per impedire al nemico di sbarcare a Milazzo devi andare a bombardarlo almeno fino a Shangai). Con tutto il rispetto per il Capo dello Stato, che mi ha procurato dei bei momenti da giovane (quando, raramente, il ventisette mi arrivavano quei foglietti di carta con la sua firma: il Governatore Ciampi), mi permetto di fargli osservare che forse stavolta non ha del tutto ragione. Intanto, la portaerei non si chiamera' affatto ne' Cavour ne' Garibaldi e nemmeno Spigolatrice di Sapri. Il motivo e' - a lui non lo dicono perche' e' vecchio, ma io ho le mie fonti - che sono nomi inutili e obsoleti. La prossima portaerei si chiamera' Telecom e quella subito dopo Bancodiroma. In America, ormai da tempo, l'esercito e' privatizzato: c'e' qualche marine si', per esigenze politiche, ma buona parte dei militi - e i piu' feroci - sono di societa' per azioni. Li armano, li schierano, li giocano in borsa, se li scambiano l'una con l'altra come le figurine e alla fine, quando non servono piu', li seppelliscono nel cortile aziendale alla chetichella. In America privatizzano: e noi che siamo, scemi? Privatizziamo pure noi. Siccome poi c'e' da far cassa, e in fondo certi pudori noi non li abbiamo, facciamolo fino in fondo e guadagnamoci qualcosa. La portaerei Telecom (scafo a scacchi rossi e blu) e' interamente finanziata dai telefonini, cinque centesimi la telefonata. La Bancoroma (blu e arancio) sara' armata coi soldi che prima andavano a Tanzi. E via via fino al supermercato Despar di Ravanusa, i cui colori sponsorizzeranno il MVAC (Motoscafo Veloce Anti Clandestini) "Don Toto'", con base a Vigata.
L'altro motivo per cui non sono d'accordo col Presidente e' che mi ricordo benissimo a che serve la flotta: a "far rispettare la bandiera nel mondo", si diceva una volta. La Vespucci che arriva a Montevideo, la gente che si affolla a vederla attraccare, i marinai che fanno manovra, le ragazze che sorridono, gli italiani che spiegano: "No es bandera mexicana, es Italia! Paolo Rossi, Pertini, Garibaldi!" (ai vecchi di Montevideo nessuno ha mai spiegato che ora ci sono Totti e Berlusconi, per carita' di patria). La banda suona il Tricolore, l'inno di Mameli sventola fieramente sul pennone, nessuno si fa male e tutti sono contenti. Italiani brava gente. Degli italiani in mare, d'altronde, non si parlava fino a poco tempo fa troppo male. Noi siamo quelli (Regia Marina, cap. corv. Carlo Fecia di Cossato) che fermavano il sommergibile in pieno Atlantico per raccogliere i naufraghi delle navi silurate, e se li trascinavano dietro per giorni e giorni finche' non li sbarcavano al sicuro, noncuranti dei rischi. Ma adesso? Adesso, il nostro mare e' gremito, sul fondo, da ossa e rottami disonorevoli, perche' non li ha mandati laggiu' il mare. Sono i resti di navi e creature di cui noi italiani siamo colpevoli, avendo - con leggi barbare - ordinato che dovessero andare a fondo. Esseri di nulla colpevoli, ma poveri lavoratori, ma "clandestini". E l'ultima cosa di cui costoro hanno avuto paura, prima di finire in acqua a ingoiare il mare, e' stata la nostra bandiera e le nostre navi. Con questa visione negli occhi sono affondati. Il mare di Sicilia ne custodisce a decine.

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