5.01.2004

 

ESPORTIAMO CIVILTA'







Pensate solo che, se e quando questi soldati dovessero rientrare a casa nella pancia di un aereo, dentro una bara, saranno celebrati come eroi.
Pensate che chi orina su un prigioniero, chi punta un mitra, chi deride la nudità di un essere umano, chi a quell’essere umano ha posto degli elettrodi sui genitali, avrebbe potuto avere una medaglia d’oro.
Pensate che c’è chi, parlando di loro, cita gli Angeli, le forze del bene.
Pensate ancora che hanno provato in tutti i modi a farci digerire la barbarie di una guerra con parole come libertà e democrazia.

Ci diranno che non è un esercito, ma qualche scheggia impazzita a perpetrare questi atti disumani ed incivili, ci diranno delle Corti Marziali, dei provvedimenti disciplinari e delle carriere spezzate.

Ricordatevi il Cermis, ricordatevi allora della farsa di un esercito barbaro quale quello amerikano, che fece finta di processare degli esaltati assassini.
Ricordatevi di Guantanamo e delle condizioni dei detenuti, persino bambini, adolescenti e ragazzi, rinchiusi come bestie negli zoo.
Ricordatevi, caso mai lo aveste dimenticato, che l’unica motivazione plausibile che possa in qualche assurdo modo giustificare la distruzione dell’Iraq e del suo Popolo è stata l’insama sete di petrolio e la possibilità di far danaro degli amerikani, delle loro imprese e di quelli che orgogliosamente, di questi incivili, barbari, criminali si dichiarano orgogliosamente amici.

Penso che in Iraq non esistano terroristi, ma gente che si ribella. Il popolo Iracheno è un popolo che resiste, e come tale merita rispetto.

So solo che, se valesse la ridicola verità istituzionale secondo la quale la guerra contro il terrorismo è aperta, allora tutti i paesi corresponsabili di questa assurda esportazione di democrazia, dovrebbero essere rasi al suolo.

Sì, uno dei tre italiani è stato ucciso; poteva sembrare una cosa tristissima prima di vedere le immagini dei *rapiti* iracheni.
Credo che se mi fossi trovata in quella situazione dinnanzi alla scelta delle due possibilità mostrate dalle foto, avrei sicuramente optato per un colpo secco di pistola alla nuca.





RITA PANI Apolide

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