12.21.2003

 

L'immaginario mondo di Berlusconi

Reduce da un'impressionante sequenza di sconfitte politiche, dal semestre di presidenza europea alla bocciatura di Ciampi della Gasparri, Silvio Berlusconi ha dimostrato, per l'ennesima volta, le sue doti d'incassatore.
In occasione della conferenza stampa di fine d'anno, ha lucidato a puntino la sua immagine e si è presentato nei panni del Grande Vincitore. Ha parlato con toni arroganti, spesso protervi e prepotenti, ma "sicuri". Ha evitato le
consuete gaffes (a parte l'indecoroso attacco ad una giornalista dell'Unità). E ha mostrato di sé il suo personaggio preferito: quello di padre-padrone dell'azienda-Italia che a tutti i costi vorrebbe passare alla storia come Grande Statista. E che perciò bacchetta a destra e a manca, le opposizioni come la propria maggioranza, promette ordine, autorità,
progresso e modernità, dipinge spudoratamente (ma perfino "candidamente") le bellezze del presente, annuncia un futuro radioso per tutti. Per quasi tutti: ai soldati italiani in missione in Iraq "promette" piuttosto un destino di sacrificio e di morte, che saranno certo compensati dall'oneroso compito di "esportazione della democrazia", nonché da commosse e solenni celebrazioni nazionali. Ma anche questo tratto di neo-patriottismo (per lui) a costo zero è tipico del politico Berlusconi, e della sua capacità di resistere a tutto e soprattutto a se stesso.
Forse, il presidente del Consiglio non è sul viale del tramonto, come a noi è parso in questi mesi: in ogni caso, ci ha fatto sapere di non temere in alcun modo le insidie di quella che ha definito, per tutto il tempo, "vecchia politica". O forse, la sua forza sta soprattutto nella capacità di vivere in un mondo immaginario: dove attualmente lui è "il leader più
popolare" del globo, dove la recessione economica, in sostanza, non c'è, dove non c'è nemmeno il conflitto d'interessi, dove la colpa dell'inflazione è tutta e solo di Romano Prodi, dove le "riforme" procedono a ritmo incalzante, dove i "buoni" governano e i "cattivi" si oppongono. Dove la democrazia è puro sinonimo di "quote di mercato" e i cittadini italiani
devono sorbirsi due ore secche di show. Ma non è Bonolis.

Saluti & Salute
Pomero

Comments:
La ringrazio per Blog intiresny
 
quello che stavo cercando, grazie
 
leggere l'intero blog, pretty good
 
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