12.12.2003

 

I ricchi al governo

Cari Italians,
quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano bianchi di carnagione e i poveri abbronzati; si sa, i poveri lavoravano nei campi e allora si abbronzavano. Poi i poveri hanno cambiato lavoro e sono diventati bianchi e allora i ricchi si sono abbronzati. Allora anche i poveri si sono di nuovo abbronzati. Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano grassi e i poveri magri; si sa, i poveri non avevano molto da mangiare. Poi i poveri con il tempo hanno avuto a disposizione molto cibo e sono diventati grassi e allora i ricchi sono diventati magri. Allora anche i poveri ora cercano di dimagrire.
Questo è un breve ritratto delle distinzioni: si tenta sempre di imitare i ricchi, anzi ci uniformiamo a modelli che annullano le differenze; ma si sa che qualcuno vuole sempre distinguersi. E così un ricco (a dire il vero il più ricco) è diventato padrone dell'Italia promettendo che con lui saremmo stati tutti bene: infatti, guardando lui, non serve più essere magri, per abbronzarci basta un fondotinta, non bisogna essere neanche tanto alti e non servono neanche i capelli. Non parliamo poi di vacanze a uno che lavora 14 ore al giorno: e di pensione? Figurarsi, è quasi settantenne e non ci pensa; anzi non ci vuole mandare nessuno. Ecco, abbiamo la mediocrità al potere; con lui possiamo aspirare al «basso» in tutti i sensi, non serve neppure tanta cultura e le fregnacce si possono sempre smentire: hanno frainteso, scritto male, capovolto il pensiero. Maledetto pensiero, volete vedere che questo ricco ce l'hanno mandato apposta per depistarci? Per toglierci i riferimenti? Per dirci che in verità i ricchi non esistono? Abbronzati o no, ridenti o tristi, nani o pelati siamo tutti poveri e se lo vogliamo imitare poveri lo siamo due volte: anche di spirito.

Giorgio Boratto

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