12.18.2003

 

CONTRA A SAS BASES

Da millenni la nostra terra subisce, anche attraverso l¹oppressione militare, un processo di colonizzazione finalizzato a distruggerne la cultura, la tradizione, la lingua, la storia, in poche parole le radici essenziali di ogni popolo. Tutto ciò in quanto la posizione strategica della nostra isola è sempre stato un un fattore attrattivo potentissimo che ha spinto le potenze mondiali di turno ad esportare il proprio strapotere militare sulla nostra terra.
Molti sono stati gli eserciti e le bandiere che si sono alternati nel corso della nostra storia, ma pressochè identici sono stati i metodi utilizzati per portare avanti questo progetto di sottomissione del popolo sardo: repressione, controllo sociale e occupazione del nostro territorio sono stati utilizzati dai vari stati che si sono succeduti per piegare le differenti volontà e necessità del popolo sardo. Tali metodi nel corso del tempo hanno subito dei mutamenti solo nelle forme, negli equipaggiamenti e nella tecnologia (dalle palle di piombo all¹uranio impoverito) ma non nella sostanza.
I 2010 ettari dell¹arcipelago della Maddalena ceduti alla marina statunitense in seguito ad un accordo segreto tra l¹allora governo Andreotti e il governo americano all¹insaputa del parlamento italiano, del governo regionale e di tutti i sardi rappresentano un esempio eclatante della privazione del diritto di autodeterminazione che il popolo sardo subisce.
Oggi più che mai riteniamo indispensabile reagire a questa incredibile violenza che la nostra terra subisce: sfruttata, occupata da potenze straniere e costretta a subire veri e propri crimini contro l¹ambiente e le popolazioni stanziatevi. Nei centri che circondano i poligoni e le installazioni militari si registra ormai da anni un¹altissima incidenza di tumori al sistema emolinfatico provocati dall¹utilizzo di materiali bellici altamente tossici e radioattivi mentre i numerosi ³incidenti² che sempre più spesso si verificano vengono sistematicamente occultati e mistificati dalla propaganda militare con montature incredibili e offensive per la nostra dignità di popolo.
Per giustificare questa situazione ritorna quasi ossessivo ed instancabile il famoso ritornello che le basi militari ³portino² lavoro e benessere per i territori che le ospitano. Guarda caso non si riesce però a quantificare questo supposto beneficio e la sensazione più forte è che pochi traggono lievi vantaggi mentre molti subiscono pesantissimi danni.
Noi patrioti sardi di A Manca pro s¹Indipendentzia consideriamo l¹occupazione militare nelle sue svariate forme come lo strumento attraverso il quale lo stato italiano porta avanti la sua politica colonialista e intendiamo per questo promuovere forme di lotta che possano incidere nella coscienza del nostro popolo affinchè sa Sardinna si possa liberare una volta e per sempre dalle catene che questo rappresenta.
a Manca pro s'Indipendentzia-Casteddu


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